Il 15 e il 16 Dicembre 2022 si svolgerà a Bruxelles il Consiglio europeo, il vertice che riunisce il presidente del Consiglio stesso ( attualmente il belga Charles Michael ), il presidente della Commissione Europea ( attualmente la tedesca Ursula Von Der Leyen ) e tutti i primi ministri dell’Unione Europea.
Il vertice, nato informalmente, ha preso mano a mano più formalità e importanza, ed è particolarmente significativo in questo momento storico per l’Europa. Il presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ha riferito questa mattina alla Camera dei Deputati le posizioni che porterà:
Nota di colore: La seduta alla Camera, prevista per le 9.30, è iniziata alle 9:50 sotto la guida dell’on. Fontana per un ritardo della premier. Si è aperta con il deputato Giachetti che ha contestato il ritardo e la mancanza di rispetto per il Parlamento e ha ironizzato sul fatto che la Destra avrebbe dato la colpa alla Sinistra. Il riferimento è al fatto che il traffico di Roma sarebbe colpa del sindaco PD Gualtieri. La Meloni ha chiesto scusa ma ha confermato di aver fatto tardi proprio per via del traffico.
La Meloni ha sottolineato che quello del 15-16 sarà il suo primo Consiglio Europeo ma che non sarà la sua prima volta a Bruxelles. Il governo italiano ha fatto la sua prima missione all’estero proprio a Bruxelles con Consapevolezza ( Che l’Italia è distante dalla narrativa catastrofista che si faceva alla Vigilia delle Elezioni ) e Convinzione ( Che l’Italia debba giocare un ruolo fondamentale in Europa ma con la stella polare della difesa dell’interesse nazionale )
La Meloni vuole più Italia in Europa piuttosto che più Europa in Italia.
L’Italia ha tutte le carte in regola per dire la sua sui temi che si discuteranno:
Aggressione Russa all’Ucraina, Sicurezza e difesa, Energie, Rapporti con il vicinato sud, relazioni transatlantiche, allargamento Unione, questioni “apparentemente diverse tra loro ma che hanno un fondamentale aspetto in comune: Riguardano tutte la sovranità strategica dell’Ue”. “Sfide di portata globale” da affrontare con “visione, strategia e efficacia”.
Sull’Ucraina dimostra sostegno ferreo. Il conflitto in Ucraina “ci riguarda tutti”.
La Meloni rivendica l’addestramento dei militari ucraini, l’invio di armi all’Ucraina, l’accoglienza data agli ucraini nel nostro paese e altre forme di cooperazione militari, umanitarie ed economiche.
Sarà necessario un grande sforzo europeo anche per la ricostruzione dell’Ucraina.
Rivendica anche le sanzioni ma con meno convinzione. Hanno un “indubbio effetto sullo sforzo bellico russo” ma i costi per la Russia devono essere superiori a quelli sostenuti dai paesi europei e non bisogna scaricarli sui cittadini italiani.
Putin non può usare cibo, gas e petrolio come arma di ricatto. La Meloni vuole un tetto al prezzo del gas e del petrolio che non tuteli solo i paesi con più capacità fiscale ma tutti i paesi europei. L’approvvigionamento energetico comune metterà le basi per una politica estera e di difesa comune.
La Meloni dà molta importanza alla collaborazione dell’Ue con gli Usa e con la Nato. Dà molta importanza ai Balcani che devono entrare in Ue o nelle sfere di influenza rendendo l’Italia più centrale in Europa. Ma soprattutto dà molta importanza ai paesi del Nord Africa.
La Meloni ritiene che il conflitto in Ucraina contribuisca ad affamare l’Africa e a far partire gli africani. Non vuole la semplice redistribuzione dei migranti. Vuole vie di immigrazione legali, accompagnate da prevenzione e contrasti delle vie illegali, una difesa comune dei confini e la gestione comune dei rimpatri.
Vuole la responsabilità anche dei paesi africani nella lotta a scafisti e schiavisti, ed è disposta a finanziamenti ed aiuti, ad un piano Mattei per sollevare l’Africa con spirito collaborativo e non predatorio, e ad un partenariato che non si limiti a incontri bilaterali o a gestire crisi occasionali. La premier vede nell’Italia una naturale cerniera tra l’Europa e il Mediterraneo dal punto di vista geopolitico, economico ed energetico.
Infine la Meloni condanna le esecuzioni capitali in Iran e la repressione delle autorità iraniane.