Negli ultimi giorni, sono molti i media e i giornali che parlano della scomparsa di Gianni Bisiach. Lo storico giornalista si è spento lo scorso 20 novembre, all’età di 95 anni, in una residenza sanitaria assistenziale di Roma, dove era ricoverato da tempo. Ottenute due lauree in Medicina e Chirurgia all’Università di Roma, è stato uno dei personaggi più influenti del Novecento in ambito culturale.
Giornalista e scrittore, ha preso parte ad importanti programmi in Rai ed è stato autore di varie inchieste sulla mafia. Una volta appresa la sua morte, sono subito arrivati molti messaggi di cordoglio, come quello da parte del Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, attraverso un comunicato: “Sono profondamente rattristato per la scomparsa di Gianni Bisiach, uno dei protagonisti della storia del giornalismo italiano del secondo Novecento che ha dato molto alla RAI e più in generale alla televisione nazionale. Ero legato a lui da sincera amicizia in un rapporto personale al quale devo molto. Esprimo sincero cordoglio a nome mio e del governo per questo grave lutto che colpisce il mondo della cultura”.
L’esperienza cinematografica
La sua passione per il cinema è emersa durante l’infanzia. A soli sette anni, Gianni Bisiach ha iniziato a realizzare dei brevi documentari per il Cineclub di Gorizia, sua città natale e, successivamente, ha scritto diverse sceneggiature a Roma insieme a Cesare Zavattini – famoso sceneggiatore e scrittore italiano – e a Michelangelo Antonioni, figura di rilievo nella storia del cinema italiano.
Nel giro di quattro anni ha realizzato due documentari: I due Kennedy, un film di genere biografico prodotto nel 1969, per cui ricevette anche un premio da parte del vicepresidente della Repubblica dell’Iraq, e un secondo nel 1972 che racconta il viaggio di Papa Paolo VI in Asia ed Oceania. Nello stesso anno, la sua passione per il cinema lo ha portato ad ottenere la cattedra di Tecniche dell’Informazione Cinematografica e Televisiva nel CSC, centro sperimentale di cinematografia, nella centrale sede romana.
Televisione e giornalismo
Oltre alla passione per il cinema, Bisiach nutriva un particolare interesse per il giornalismo. Difatti, è stato l’autore di importanti inchieste giornalistiche, sia in Italia che all’estero. Nel 1962 ha realizzato Rapporto da Corleone, un’inchiesta sulla mafia in Sicilia, collaborando con Cesare Terranova, un politico e magistrato italiano; e nel 1965, recatosi negli Stati Uniti, ha scritto La pena di morte nel mondo, con la collaborazione di Robert Kennedy, fratello 35º presidente degli Stati Uniti d’America. Nel 1980 è stato il conduttore di una trasmissione sul terremoto dell’Irpinia, che gli è valsa il Premio Italia della critica internazionale e il Premio Saint-Vincent per il giornalismo.
Negli anni 2000, ha preso parte al TG1, per la quale ha realizzato, dal 2001 al 2013, Un minuto di storia, una rubrica quotidiana che ha ottenuto un enorme successo. Nel programma, che conta 4000 puntate, si racconta per ogni giorno dell’anno, in estrema sintesi, un evento accaduto in quella stessa data. La collezione è entrata a fare parte del patrimonio documentario custodito dall’Archivio storico della Presidenza della Repubblica. Inoltre, nel 2005 il libro di Gianni Bisiach, omonimo del programma televisivo, è stato pubblicato dalla casa editrice Mondadori nella collana Oscar storia, in formato tascabile. Le sue inchieste giornalistiche attrassero circa 30 milioni di telespettatori.
L’ambito radiofonico
Nel 1980, Gianni Bisiach ha condotto il programma radiofonico Radio anch’io, approfondendo temi d’attualità, con vari protagonisti della politica, dell’economia, della cultura e della società.
Come riporta il Portale della Presidenza della Repubblica: “Forte della sua esperienza e della conoscenza diretta di molti personaggi della cultura, della politica, dello spettacolo, della scienza, Gianni Bisiach ideò un programma che rispondesse alle domande degli ascoltatori attraverso la viva voce di esperti e responsabili nei vari campi. Numerosi i personaggi della politica, della cultura, dell’arte e della musica, ogni giorno in studio (dal lunedì al venerdì) che formavano così, anche con il contributo degli ascoltatori, una tribuna aperta su temi di stretta attualità. Per una stagione nel 1991 il programma ebbe anche una contemporanea televisiva su Rai 2. L’ultima trasmissione del Radio anch’io di Gianni Bisiach andò in onda il 30 luglio 1992, la sua produzione, nel corso di 12 anni di dirette, arriva ad un totale di circa 2.500 puntate.”