Come ci si presenta al primo appuntamento? Come può sembrare un invito a cena a casa? Una propensione solo al sesso oppure c’è qualcosa di più profondo? Bisogna presentarsi con dei fiori e se sì, quali fiori? Le rose rosse per molti sono un classico, per altri sono banali.
Nei primi minuti di Follemente, nuovo film di Paolo Genovese al cinema dal 20 febbraio, si materializzano dinanzi allo spettatore tutte le domande che ognuno di noi si è posto al primo appuntamento. È come se in quelle ore si decidesse il destino di una relazione, bisogna far attenzione a ogni minimo dettaglio, non sembrare banali, ma non ci si deve aprire troppo, soprattutto è necessario calcolare quasi matematicamente l’interesse per la persona che si ha di fronte.
Nella commedia di Genovese a impersonare un nostro qualsiasi appuntamento sono Edoardo Leo e Pilar Fogliati. “Qualsiasi” perché in fondo ripercorrono tutte le fasi di un appuntamento tipo, tutte con tutte le ansie che ci portiamo dentro. Siamo in un sabato sera a Roma, nel bel mezzo del derby della Capitale. Piero e Lara si sono conosciuti qualche giorno prima a un bar e ora si ritrovano uno di fronte all’altro. Lei, trentacinquenne, viene dalla relazione con un uomo sposato e cede spesso ad amori senza futuro e ha la sua vera relazione con il restauro, tratta i mobili come veri e propri esseri umani; lui ha quarant’anni ed è professore alle superiori, è fresco di divorzio e di affidamento congiunto della figlia piccola e porta ancora i segni di altre delusioni sentimentali. A rendere bizzarro questo incontro è la presenza di altri otto personaggi. Quattro donne dalla parte di Lara che impersonificano quattro diverse tipologie di personalità: la dominante Alfa (Claudia Pandolfi), la determinata Trilli (Emanuela Fanelli, l’estrosa Scheggia (Maria Chiara Giannetta) e la contenuta (Vittoria Puccini). Quattro uomini dalla parte di Piero: l’ardente Eros (Claudio Santamaria), il ponderato (Marco Giallini), l’alternativo Valium (Rocco Papaleo) e infine il romantico Romeo (Maurizio Lastrico).
Dunque la storia di questo incontro, narrato in ogni sua fase, diventa un pretesto per analizzare cosa avviene nelle nostre menti in determinati momenti e che porta lo spettatore a sorridere per la comicità, ma anche a riflettere e a uscire dalla sala chiedendosi “Chissà io chi sono? Forse Eros? Oppure Romeo?”. E ancor più importante è vederlo e porsi queste domande con la persona con cui si sta vivendo una relazione.
Come si può notare, emerge in Follemente un rimando a Inside Out, film della Pixar, che ha portato sul grande schermo la narrazione delle cinque fondamentali emozioni dell’essere umano: gioia, disgusto, paura, rabbia e tristezza.
Piero e Lara seguono quasi alla lettera ciò che le loro influenze dettano, tuttavia la narrazione non è lineare. I due protagonisti, infatti, se da una parte sono quasi manipolati da queste influenze, dall’altra rendono il racconto e se stessi più autentici nel momento in cui diventano spontanei.
È la spontaneità, l’istinto, a permettere di creare la vera e propria magia di questo incontro. La spontaneità, dunque, contro le regole che la stessa società ci impone. Il primo appuntamento sembra avere delle regole per entrambe le parti. Sembra più importante il racconto che si farà del primo appuntamento e quindi l’opinione che gli altri daranno.
Lara e Piero ci emozionano non quando devono rispettare le regole, ma quando spengono ciò che gli circonda e vivono il presente: contro ogni appuntamento romantico ideale, i due protagonisti guardano il derby dal cellulare, lei versa il vino a lui, si spogliano dell’outfit perfetto e indossano una maglia qualsiasi.
In un primo momento anche il sesso sembra dover rispettare delle regole: la luce giusta, il primo passo di lui e poi mai esprimere una propria sensazione dopo un rapporto. Anche nell’intimità sembra necessario dover impersonificare, seguire un copione.
Così Lara e Piero ci insegnano che la bellezza di qualsiasi relazione sta nell’essere se stessi perché solo così si possono instaurare dei rapporti autentici. Non bisogna recitare una parte, non ci sono fasi obbligatorie, non c’è un decalogo per l’appuntamento perfetto, non c’è una legge che sancisce per l’uomo l’obbligo di rimanere a dormire.
Pertanto, ode alla spontaneità, almeno nell’amore.