Emanuela Orlandi: aperta commissione d’inchiesta parlamentare

La sparizione di Emanuela Orlandi è avvenuta il 22 giugno 1983: da allora la vicenda ha assunto specificità sempre più intricate e il caso è considerato ancora irrisolto. A novembre 2023 è stata approvata dal Senato la commissione di inchiesta parlamentare, dopo otto mesi dalla richiesta della Camera. La commissione avrà quaranta componenti, come gli anni trascorsi da quel tragico giorno: venti senatori e venti deputati avranno il compito di ricostruire l’accaduto che ha portato alla scomparsa della ragazza vaticana in territorio romano.

La commissione avrà anche il ruolo di indagare sul possibile collegamento con la scomparsa di Mirella Gregori, avvenuta il 7 maggio dello stesso anno. Il caso di Mirella Gregori, una ragazza romana anche lei quindicenne, all’epoca dei fatti è stato subito ritenuto non casuale, bensì da porre in relazione al caso di Emanuela Orlandi. La questione è ancora aperta e il caso Orlandi ha assunto tinte di sostanziale irrisoluzione. 

Quest’ultimo, infatti, è ormai una celebre vicenda aperta che nei decenni ha avuto sviluppi imprevedibili e sconcertanti. Tra le varie dinamiche del caso, si citano non solo telefonate anonime e svariati tentativi di depistaggio, ma anche numerose vicende con implicazioni sospette: il tutto ha irrimediabilmente contribuito a complicato da subito le indagini.

Nel tempo, immediato e non, tuttavia, sono state prese in considerazione varie ipotesi: la pista del terrorismo internazionale, che avrebbe coinvolto, se non ricattato, lo Stato del Vaticano; la pista legata a possibili atti delle Banda della Magliana o addirittura a un ipotetico serial killer.

Lo stato del Vaticano sembra però essere inequivocabilmente coinvolto in questa tragica storia: una delle ipotesi è che si sia trattato di un complotto interno allo Stato del Vaticano per coprire un possibile scandalo a sfondo sessuale.

Pertanto, il 9 giugno 2023, per volontà di Papa Francesco, il promotore di giustizia Vaticano Alessandro Diddi e la gendarmeria hanno aperto ufficialmente per la prima volta le indagini a distanza di quasi quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela. 

La commissione bicamerale, approvata questo novembre 2023, avrà il compito della magistratura e sarà ricoperta di un ruolo se non decisivo, complesso, nel dover provare a dirimere la trama di un caso ingarbugliato, che parte dalle vicende individuali di due giovani ragazze ma sfocia in questioni legate ad affari geopolitici.

Il tentativo di sciogliere la vicenda consiste anche nel provare a ricostruire le dinamiche di quei depistaggi o movimenti sospetti che hanno portato le indagini ad allontanarsi dalla verità.

La commissione, sulla base di materiali investigativi, cercherà ulteriori fonti e prove attendibili per ricostruire una vicenda tragica, pluridecennale, non solo come linea di svolgimento individuale, ma anche considerando attentamente il contesto storico, politico e religioso di quegli anni.

L’augurio generale è che l’intrigo possa essere sciolto, in modo da fare giustizia non solo al nome delle due giovani vittime, ma anche alle rispettive famiglie e a coloro che hanno agito o che agiranno per collaborare alla causa. 

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