Elezioni europee: schieramenti e scenari

L’8 e 9 giugno, dalle ore 7 alle 23, si voterà per eleggere i 76 membri del Parlamento europeo. Elezioni particolarmente delicate questa volta, visto che i temi in discussione in Europa sono accompagnati dal delicato equilibrio internazionale che, in particolare, vede il protrarsi del conflitto israelo-palestinese e di quello russo-ucraino. Le elezioni europee in Italia fungeranno anche da test intermedio per i governi ed i partiti degli Stati membri ed, in particolare per l’Italia, sarà una prova di conferma per la stabilità dell’attuale governo che schiera indissolubilmente la premier Giorgia Meloni come candidata antitetica adElly Schlein del Partito democratico. Lotta ferrata fra le due, così come si evince anche dai simboli elettorali: Giorgia Meloni permetterà di essere votata anche semplicemente scrivendo “Giorgia” e comparendo in prima persona sul simbolo elettorale – nonostante non intenda assurgere a ruolo di eurodeputata – al fine di coinvolgere quanti più elettori possibili. La Meloni, con Fratelli d’Italia e insieme a Fitto ha già annunciato la sua adesione ad ECR (Conservatori e Riformisti Europei) partito europeo con sentimento euroscettico e anti-federalista fortemente conservatore.

Dall’altra, Elly Shlein, candidatura discussa nelle fila del suo partito poiché anch’essa, in caso di vittoria, non andrà all’Europarlamento: modalità questa dunque che segna una rottura con il passato e che rischia di innescare meccanismi riottosi interni al PD. La collocazione storica del Partito Democratico è con i Socialisti Europei di S&D (Partito Socialista Europeo): gruppo di centrosinistra anch’esso marcatamente europeista che si fonda sui valori della socialdemocrazia e del progressismo. Elly Shlein, nella sua avventura europea, si fa affiancare anche da Cecilia Strada e Lucia Annunziata.

Anche Matteo Salvini presta il suo nome alla lista della Lega ma devolve al generale Vannacci, portandosi dietro i malumori della vecchia guardia leghista che non considera Vannacci degno erede della tradizione storica. La Lega si schiera con ENF (Europa delle Nazioni e delle Libertà),gruppo di estrema destra, euroscettico e promotore del conservatorismo nazionale, dove ritrova la Francia di Le Pen, anche se auspica di potersi riunire in un unico gruppo di destra fondendosi cioè con ECR ed EFDD.

Forza Italia, con capolista Antonio Tajani, insieme ed in memoria di Silvio Berlusconi sul manifesto elettorale, si posizionerà, indubbiamente, nel Partito Popolare EuropeoEPP (Partito Popolare Europeo), gruppo di centrodestra, fortemente europeista e che si basa sul cristianesimo democratico e il conservatorismo liberale.

Stessa modalità quella di Calenda che, insieme ad Elena Bonetti nelle liste di Azione ha annunciato che non andràpersonalmente in Europa, rimanendo piuttosto al Senato. 

L’unico, Matteo Renzi che, leader di Italia Viva, candidato insieme ad Emma Bonino e che ha scelto di unirsi ai liberali di ALDE (Liberali e Democratici per l’Europa), gruppo centrista ed europeista, di estrazione liberale e moderata, in caso di vittoria, diversamente dagli altri leader, andràall’europarlamento.

Ancora, il Movimento 5 Stelle che con Conte hanno annunciato l’intenzione di formare un nuovo gruppo in Europa unendo così altre forze euroscettiche che non sono al momento schierate né a destra né a sinistra. 

Questa la tendenza delle prossime elezioni europee che vede dunque mettere in primo piano i rispettivi leader di partito come forze trainanti per gli elettori. 

Al momento i gruppi eleggibili sono nove e questi i principali schieramenti in Italia ed in Europa. I primi sondaggipropendono verso una vittoria dei gruppi di destra e centro destra ma ci sarà da considerare alleanze e ripensamenti, anche delle forze minori, in un clima in divenire a causa anche dei profondi sconvolgimenti internazionali.

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