Le costituzioni e le norme della Chiesa Cattolica per la morte, la sede vacante, le esequie del Papa e i novendiali
In Vaticano, il giorno 21 aprile 2025, metà mattina del lunedì dell’Angelo, dopo i giorni del Solenne Triduo, compaiono davanti a un microfono quattro prelati di vertice, vestiti in nero: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino.” Con queste parole, il Cardinale Camerlengo Kevin Joseph Farrell ha annunciato la morte del Romano Pontefice Francesco, con lui erano presenti il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin col suo Vice, il Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede mons. Edgar Pena Parra, ed il Maestro delle Cerimonie Liturgiche Pontificiel’Arcivescovo Diego Giovanni Ravelli.
I numeri primi di Francesco
Così, dopo un pontificato lungo più di dodici anni muore, all’alba del giorno dopo Pasqua il 266º Vescovo di Roma e Papa della Chiesa Cattolica. Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio nacque a Buenos Aires, in Argentina il 17 dicembre 1936, da una famiglia di origine italiana, piemontese. Venne Ordinato sacerdote il 13 dicembre 1969 dall’arcivescovo Ramón José Castellano, venne poi nominato vescovo il 20 maggio 1992 da papa Giovanni Paolo II e poi consacrato Vescovo il successivo 27 giugno 1992 dal cardinale Antonio Quarracino. Solo cinque anni dopo venne elevato al titolo di Arcivescovo il 3 giugno 1997 sempre da papa Giovanni Paolo II e quindi Creato Cardinale il 21 febbraio 2001 da papa Giovanni Paolo II. Primo Papa proveniente dal continente americano, primo Papa gesuita, primo Papa a non risiedere nel Palazzo Apostolico ma a Santa Marta. In poco più di un decennio di Governo ha compiuto 47 viaggi apostolici, passando per 66 nazioni, compiendo 40 visite apostoliche in Italia, portandosi in 49 città e località, senza contare le visite pastorali nella propria Diocesi di Roma. Ha voluto riformare le istituzioni, la giustizia, l’economia della Santa Sede. Ha indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia nel 2015 ed un Giubileo Ordinario che stiamo vivendo in questo 2025, in cui il tema più importante è la Speranza, Virtù Teologale dalla quale Francesco ha voluto farsi accompagnare sindaco primi passi del suo ministero.
Le norme sul ruolo di cardinali e alti prelati
Entrano in scena così i primi “attori” che nel Collegio Cardinalizio e presso il Governo della Santa Sede rivestono un ruolo importante in questa prima fase: il Camerlengo, il Decano del Collegio Cardinalizio, il Maestro delle Celebrazioni liturgiche, il segretario e cancelliere della Camera apostolica, il Prefetto della Casa Pontificia, i Vicari generali della Città di Roma e della Città del Vaticano, e così via. Con la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, si norma ogni fattispecie circa la vacanza della sede apostolica e l’elezione del Romano Pontefice. La “Constitutio” è un atto promulgato direttamente dal papa come capo della Chiesa cattolica. La citata Universi Dominici Gregis venne promulgata da Giovanni Paolo II, ed aggiornata secondo le modifiche apportate dal suo successore Benedetto XVI con la lettera apostolica “Motu Proprio” “NormasNonnullas” del 22 febbraio 2013. Dopo l’introduzione, il testo normativo vede una prima parte che si occupa di regolamentare in modo puntuale e stringente la Vacanza della Sede Apostolica, disponendo quali siano i poteri del Collegio dei Cardinali durante la vacanza della Sede Apostolica, disponendo l’attività delleCongregazioni dei Cardinali in preparazione dell’elezione del Sommo Pontefice; precisando alcuni uffici in periodo di Sede Apostolica Vacante, enumerando le facoltà dei Dicasteri della Curia Romana la vacanza, ed infine le esequie del Romano Pontefice, sotto ogni profilo, compreso –si intende- quello liturgico. La parte seconda invece si occupa delle regole “pro eligendo Romano Pontifice” e quindi dando disposizioni sulla modalità di elezione del nuovo Papa, indicando i requisiti per l’elettorato attivo, il luogo dell’elezione e le persone ivi ammesse in ragione del loro ufficio, norme –che ben si sa- sono severe e tassative, anche in ordine alla segretezza di quanto avviene dentro la famosa Cappella Sistina. Si passa poi dall’inizio degli atti dell’elezione, si prosegue sulle norme circa l’osservanza del segreto su tutto ciò che attiene l’elezione, il suo svolgimento, sicchè c’è un vero e proprio capitolo il cui titolo è graniticamente chiaro: “Ciò che si deve osservare o evitare nell’elezione del Sommo Pontefice”. La Constitutio si occupa poi di regolare l’accettazione, e proclamazione e inizio del Ministero del nuovo Pontefice. Un testo complesso, la cui attuazione è scandita cronologicamente, con attenzione al rispetto delle norme procedurali, liturgiche e teologiche di questo momento così delicato, per una Teocrazia Assoluta.
“Vere Papa mortuus est”
Primo compito spetta al Camerlengo che alla presenza del Decano del Collegio cardinalizio, del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, dei Prelati Chierici e del Segretario e Cancelliere della stessa Camera Apostolica accerta la morte del Papa. Anticamente il Camerlengo batteva per tre volte un martelletto d’argento chiamando il Pontefice col nome di battesimo, all’esito, non ricevendo risposta, ne dichiarava la morte con la formula latina “Vere Papa mortuusest“. Oggi la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, lascia al Camerlengo l’accertamento formale della morte, a cui si associa la denuncia di morte di quello che un tempo era l’Archiatra Pontificio, questa volta è toccato al Direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, il Prof. Andrea Arcangeli, che ha firmato la denuncia di morte di Sua Santità.
L’annuncio della morte e la sede vacante
Da questo momento, il Camerlengo Kevin Farrell presiede la Sede Vacante, il Maestro delle Celebrazioni che è il primo Cerimoniere Vaticano si occupa di curare tutte le Liturgie, poi il Decano del Collegio Cardinalizio si occuperà in seguito di organizzare il Conclave. Inizia un momento intenso per il Governo Pontificale quando il Camerlengo appone i sigilli all’appartamento del Papa, sicchè inizia una serie di comunicazioni a catena che la Universi Dominici Gregis attentamente dispone: Il Camerlengo apposti i sigilli, ha il dovere di annunciare il decesso ai due Vicari “generali” del Papa, cioè al Cardinale vicario per la Città di Roma, oggi Baldassare Reina, che a sua volta lo comunicherà al popolo romano “con speciale notificazione”; e sempre il Camerlengo lo comunicherà al cardinale arciprete della Basilica Vaticana, oggi anche Vicario per la Città del Vaticano Mauro Gambetti. Spetterà invece al Decano del collegio cardinalizio oggi Giovanni Battista Re, una volta informato dal camerlengo o dal Prefetto della Casa Pontificia, del decesso, darne notizia ai cardinali e convocarli a Roma per eleggere il nuovo successore di Pietro, spetterà sempre al Cardinale Decano comunicare l’avvenuto decesso a tutti i cardinali, al corpo diplomatico e ai capi di Stato del mondo.Sicchè il portone di bronzo di San Pietro viene chiuso per metà, l’insegna del Papa viene sostituita da quella della Sede Vacante, e le campane suonano i rintocchi a martello, intervallati dal “tempo di un requiem”, per novantanove volte.
Il testamento
“Miserando atque Eligendo” il motto di Francesco, che nel suo testamento lo ha premesso col segno della Croce, eccone il testo pubblicato dalla Sala Stampa della Santa Sede diretta dal Dott. Matteo Bruni: “Nel Nome della Santissima Trinità. Amen. Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura. La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura. Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della SalusPopuli Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale come indicato nell’accluso allegato. Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus. Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, a trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas (classe 1972, cardinale arcivescovo cattolico lituano, dal 20 marzo 2024 arciprete coadiutore della basilica di Santa Maria Maggiore. Ndr.), Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano. Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli. Santa Marta, 29 giugno 2022. Francesco.”
“Ordo Exsequiarum Romani Pontificis”
E’ un testo liturgico che norma le modalità di svolgimento delle esequie del Papa. Viene “legiferato” il rito sin dalla constatazione del decesso fino alla sua sepoltura. Si parla di nuovo rito poiché una importante riforma è stata approvata proprio da Papa Francesco quasi esattamente un anno prima di morire, il 29 aprile 2024. Bergoglio ha introdotto non poche semplificazioni, pur onorandola struttura tradizionale delle tre “stazioni” liturgiche: la prima, nella “casa” del defunto, qui il corpo del Papa viene composto e deposto in una bara semplice, alla presenza del Cardinale Camerlengo e di altri prelati, precedentemente il corpo era imbalsamato e non posto immediatamente in una bara; in secondo luogo, la traslazione nella Basilica Vaticana, qui il feretro viene traslato nella Basilica di San Pietro, dove viene esposto per la venerazione dei fedeli di tutto il mondo, sicché la celebrazione esequiale, presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio(Giovanni Battista Re) che si svolge con una liturgia sempre solenne ma più semplice rispetto al passato; in terza istanza, illuogo della sepoltura ove il corpo viene tumulato senza le tre bare tradizionali (di cipresso, piombo e rovere), lasciando però la possibilità a mezzo testamentario di scegliere luoghi alternativi rispetto alla Cripta Vaticana.
Traslazione: non più tre ma una sola bara
Con Notificazione dell’ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice del 22 Aprile, si è data notizia che il Mercoledì 23 aprile 2025 sarà il giorno della Traslazione della Bara del Romano Pontefice Francesco nella Basilica Vaticana, per Mercoledì 23 aprile 2025 alle ore 9.00, giorno in cui la bara con il defunto Papa è portata dalla Cappella della Domus SanctæMarthæ alla Basilica Papale di San Pietro, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis (ai numeri 41-65), si riporta che dopo il momento di preghiera, presieduto da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, ha inizio la traslazione. La processione percorrerà la Piazza Santa Marta e la Piazza dei Protomartiri Romani; dall’Arco delle Campane uscirà in Piazza San Pietro ed entrerà nella Basilica Vaticana attraverso la porta centrale. Presso l’altare della Confessione il Cardinale Camerlengo presiederà la Liturgia della Parola, al termine della quale avranno inizio le visite alla salma del Romano Pontefice. In tale occasione i Patriarchi e i Cardinali, indossando l’abito corale loro proprio, si troveranno nella Cappella della Domus SanctæMarthæ per le ore 8.45. Gli Arcivescovi e i Vescovi, i Canonici del Capitolo Vaticano, i Penitenzieri Minori Vaticani Ordinari e, in conformità al Motu Proprio «Pontificalis Domus», tutti i componenti della Cappella Pontificia, indossando l’abito corale loro proprio, si troveranno in Piazza Santa Marta per le ore 8.30.Per mandato del Collegio Cardinalizio e dell’Em.mo Card. Camerlengo, firmava la notificazione Diego Ravelli Arcivescovo tit. di Recanati e Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie. È la prima volta che si parla di una sola bara, invece delle tre bare di Cipresso, Piombo e Rovere, tipiche della Tradizione Papale. Francesco ha quindi personalmente voluto semplificare anche questo elemento del rito. Pare che mancheranno il pastorale ed il triregno sulla bara, unitamente alla semplificazione dei titoli onorifici del Papa. Il tutto è una scelta politica di Bergoglio che intendeva adattare l’Ordo alle disposizioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, valorizzando anche in questa fase così straordinaria il ruolo della Testimonianza.
Funerali e novendiali
Sabato 26 aprile 2025 alle ore 10.00, primo giorno dei Novendiali, periodo di nove giorni di lutto che segue la morte del Papa, sul sagrato della Basilica di San Pietro sarà celebrata la Santa Messa esequiale del Romano Pontefice Francesco, secondo quanto previsto nell’OrdoExsequiarum Romani Pontificis (ai numeri 82-109). La Liturgia esequiale sarà presieduta da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio e curata dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie Diego Ravelli. Potranno concelebrare i Patriarchi e i Cardinali, che si troveranno, entro le ore 9.00, nella Cappella di San Sebastiano in Basilica, portando con sé la mitra bianca damascata; gli Arcivescovi e i Vescovi, che si troveranno, entro le ore 8.30, al Braccio di Costantino, portando con sé amitto, camice, cingolo e mitra bianca semplice; i Presbiteri e i Diaconi, che si troveranno, entro le ore 8.30, direttamente nel settore loro riservato in Piazza San Pietro, dove indosseranno l’amitto, il camice, il cingolo e la stola rossa che avranno portato con sé. Al termine della Celebrazione Eucaristica avranno luogo l’Ultima commendatio e la Valedictio. Di seguito il feretro del Romano Pontefice sarà portato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione. In conformità al Motu Proprio «Pontificalis Domus», i componenti della Cappella Pontificia che desiderano partecipare alla Celebrazione liturgica senza concelebrare, dovranno essere muniti della Notificazione che va richiesta all’Ufficio delle Celebrazionie tutti sono tenuti a indossare l’abito corale loro proprio e a farsi trovare sul sagrato della Basilica di San Pietro entro le ore 9.00, al fine di occupare il posto che verrà loro indicato dai cerimonieri pontifici. Nell’ultima celebrazione dei novendiali, di cui si ha memoria, e quindi precisamente quelle in morte di Giovanni Paolo II nell’aprile del 2005, esattamente vent’anni fa, le celebrazioni di ogni giornata del periodo di lutto sono state affidate per una diversa intenzione o gruppo, a seconda dei legami col Vaticano. Nel 2005 il primo giorno di nove indiani corrispose, esattamente come questa volta, alla messa esequiale per il Pontefice, il giorno successivo l’intenzione era per i fedeli della Città del Vaticano, il terzo giorno per la diocesi di Roma, il quarto giorno per i capitoli delle basiliche patriarcali, del quinto giorno per la cappella papale, il giorno seguente per la Curia romana, dopo una settimana le celebrazioni avevano come intenzione le Chiese orientali, il penultimo Ottavo giorno le celebrazioni erano affidate ai membri degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica, nel giorno conclusivo dei novendiali si era tenuta la celebrazione da parte di tutti i cardinali, già riuniti in attesa del conclave, che avrebbero eletto il successivo Pontefice.
Dopo la morte del Romano Pontefice, i Cardinali, come detto, celebreranno le esequie in suffragio della sua anima per nove giorni consecutivi, secondo l’Ordo exsequiarum Romani Pontifici,alle cui norme si atterranno fedelmente.
Il momento successivo è quello regolato dalla seconda parte della Universi Dominici Gregis e dall’Ordo rituum conclavis, strumenti di legge e di rito, di diritto e di liturgia che ci guideranno all’elezione del nuovo Pontefice. Come verrà eletto il nuovo Papa?
Dopo Papa Francesco, chi sarà il Vescovo di Roma, Vicario di Gesù Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Primate d’Italia, Arcivescovo e Metropolita della Provincia Romana, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, e Servo dei Servi di Dio?