Francesco Basentini è direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP) dal 27 giugno 2018, nominato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il 30 aprile 2020, dopo le polemiche sulle “scarcerazioni facili” per il Covid-19, ha rassegnato le dimissioni dall’incarico.
Ma cosa è successo?
La sua poltrona aveva cominciato a traballare già subito dopo la rivolta in molti istituti penitenziari, scaturita dallo stop dei colloqui dei detenuti con i propri familiari per l’emergenza Coronavirus e che aveva provocato la morte di 13 detenuti, un’evasione di oltre 60 reclusi dall’istituto Foggiano e danni materiali per oltre 10 di milioni di euro.
Tuttavia, il Ministro Bonafede, nel corso della sua informativa al Senato sulla rivolta nelle carceri, nel lodare più volte il “coraggio ed il senso dello Stato degli agenti penitenziari”, non accenna a responsabilità del direttore del Dap Basentini. Infatti, alcune notizie trapelate dal Ministero, lasciavano intendere la volontà che, in questo momento, è di non procedere a cambiamenti.
Durante tale seduta, fu molto duro l’intervento di Maria Elena Boschi, la capogruppo di Italia Viva, ove chiedeva al Ministro Bonafede di “rimuovere in modo netto il capo del Dap, ripristinando la fiducia nei vertici del Dipartimento, perché proprio quei vertici hanno lasciato soli gli uomini, tant’è che i sindacati non si sono voluti sedere al tavolo del ministro”. “Chi sbaglia paga – insiste Boschi – e il capo del Dap avrebbe già dovuto rassegnare le sue dimissioni per senso delle istituzioni”.
Ma andiamo avanti…
In data 26 aprile durante il programma “Non è l’Arena” in onda sulla rete LA7 il conduttore, il noto giornalista Massimo Giletti, alla presenza dell’ex guardasigilli Clemente Mastella e del magistrato Antimafia Catello Maresca, è furori di sé dalla rabbia e ci va giù pesante, contro Basentini, affermando: “Io mi vergogno da cittadino italiano”.
Da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, affronta a muso duro lo scandalo della scarcerazione del boss mafioso Pasquale Zagaria per motivi di salute, ripercorrendo le tappe di un caso di malagiustizia e chiamando in causa il Dap, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Infatti, la rabbia del conduttore era riconducibile a un terremoto scatenato dalle scarcerazioni in seguito all’emergenza coronavirus, per alleggerire le carceri, che hanno rischiato, tra l’altro, la concessione agli arresti domiciliari del noto boss della nuova camorra organizzata, il professore vesuviano Raffaele Cutolo, mentre il boss dei casalesi Pasquale Zagaria era già stato scarcerato.
Dopo queste difficoltà, che si sono manifestate nei confronti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e successivamente alla nomina, da parte del guardasigilli Bonafede, del nuovo vice capo DAP Roberto Tartaglia, sono giunte nella giornata di giovedì 30 aprile 2020 le dimissioni dell’ormai ex capo del DAP Francesco Basentini.
Tra l’altro arrivava, in tempo “record”, l’ulteriore nomina del nuovo capo DAP, incarico affidato al magistrato Dino Petralia.