Sicurezza, sempre il tema della sicurezza in primo piano, tanto nella cronaca quanto nella politica. Siamo infatti alle battute finali per la conversione in norma del disegno di legge sulla sicurezza, fortemente voluto dal vicepremier Matteo Salvini. Un passaggio burrascoso, tra le tormentate proteste di una frangia dei 5 Stelle, contraria al provvedimento, la quale ha votato contro al Senato (dove comunque è passato). Alla Camera invece i 18 dissidenti pentastellati hanno dichiarato di andare verso il ritiro dei cinque emendamenti. “Attuazione entro il 3 dicembre”, ha dichiarato Salvini.
Quella che sembrava quindi la tempesta perfetta che rischiava di affossare prima del tempo il governo, si potrebbe rilevare un rafforzamento dell’attuale maggioranza. Ma se nell’ambito politico si va verso l’accordo, rimangono numerosi dubbi sul disegno. Pochi giorni fa era stata la sesta commissione del Csm, con presidente Giuseppe Cascini, a redigere un parere di cinquanta pagine fortemente negativo in merito. Come ad esempio riguardo all’ampliamento dei reati per negare o revocare la protezione internazionale: ciò secondo il Csm non rispetterebbe appieno i dettami costituzionali all’art.10 e 117. Non ci sarebbero neppure i parametri sui quali il questore può decidere di trattenere o meno l’immigrato, conferendo quindi una discrezionalità fuori dai binari concessi dall’art.13 della Costituzione. Infine la stretta sulla concessione della protezione per motivi umanitari, la quale aumenterebbe solo l’incertezza per decidere lo status dello straniero. Parere di incostituzionalità dunque. Eppure un radicale cambiamento si sentiva necessario. Lo si sentiva tra la gente comune, sempre più spaventata, a torto o a ragione, in un senso di insicurezza generale che si respira quotidianamente. E poco importa se, nei fatti, non ci saranno modifiche radicali nella vita di tutti i giorni. La psicologia è fondamentale e funziona più di mettere un poliziotto in ogni angolo di strada. Bene dunque la maggiore severità nei confronti dell’occupazione abusiva e della lotta alle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione.
Tutti contenti? Forse no. Perché una nota amara accompagna il disegno: il voler accomunare, ancora una volta, il problema sicurezza con quello immigrazione. Fare insomma diventare problemi complessi e separati un tutt’uno. Semplificazione dannosa, alla bontà di diversi elementi contenuti nel disegno sicurezza in primis.