A cura di Pietro Di Grazia e Paolo Papini
Ne parliamo da mesi e, sicuramente, ne parleremo per mesi.
La problematica relativa al “caro voli” continua ad avere all’interno del dibattito pubblico un ruolo di primo piano, questo perché una soluzione non è stata trovata e – pronostico – non verrà trovata nel giro di poco tempo.
“Una lunga battaglia”, così l’ha definita il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, aggiungendo, “Non è possibile che andare da Palermo a Milano debba costare più di quanto da Roma a New York. Vedo che anche l’attuale governo regionale è impegnato su questo fronte. Non mi faccio illusioni almeno nel breve tempo, ma è una battaglia che va condotta pur nel rispetto del libero mercato cui sono chiamate a operare le compagnie”.
Il termine utilizzato è assolutamente corretto “lunga battaglia” perché proprio di questo si tratta, ma alle lamentele dei siciliani e alle pressioni del Governo le compagnie aeree hanno fatto e fanno orecchio da mercante.
Da dicembre, mese in cui ha avuto inizio la bagarre, ad oggi non è stato fatto un passo per venire incontro alle esigenze di chi per studio, lavoro o quant’altro si vedono costretti a viaggiare costantemente pagando cifre esorbitanti, prezzi che superano i 300/400€ per un volo di andata e ritorno da Roma o Milano.
Stiamo parlando di prezzi totalmente folli e fuori mercato, prezzi che – come detto anche dal Ministro Musumeci – consentirebbero di raggiungere Paesi europei o extra europei e invece parliamo di spostamenti che avvengono tra regioni dello stesso Paese.
Non è normale che sia normale, ma purtroppo troppo spesso nel nostro Paese l’anormalità diventa normalità a discapito solo ed esclusivamente dei cittadini.
Riuscirai mai la politica a risolvere l’agognato problema? Ai posteri l’ardua sentenza.
Come se non bastasse, se immaginassimo di aver risolto con una bacchetta magica il problema del caro voli non potremo certo dormire sonni tranquilli.
Atterrato infatti in una grande città davanti al giovane studente o lavoratore si prospetta un altro problema di non poco conto: il caro affitti.
Con la totale sovranità nelle grandi, e purtroppo anche nelle piccole città di mezzi di affitto privati e telematici come Airbnb o Booking.
La totale strumentalizzazione di questi siti che permettono al turista di fissare appartamenti in giro per la penisola solo con un clic ha completamente messo fuori gioco le agenzie immobiliari in termini di affitto e reso obsolete le possibilità di locazione a lungo termine.
Applicazioni come queste favoriscono il rapido confronto e la messa in contatto tra affittante ed affittuario, permettendo un pagamento diretto tra l’uno e l’altro, guadagnando in minima parte con commissioni irrisorie, che se esercitate su moltissime transazioni al giorno in giro per il globo risultano essere un guadagno esponenziale.
“Trovata geniale!” è il primo pensiero che balza nella testa di chi legge queste nuove scoperte, e soprattutto per chi si concede piccole fughe in giro per l’Italia, che utilizzando Airbnb può aggirare i costi, altamente onerosi, di strutture alberghiere e godersi il tempo in qualche appartamento ben curato e accogliente.
Il grave problema che si palesa è invece per il giovane studente, il lavoratore o chiunque sia alla ricerca di un affitto in una grande città. In questo caso egli si trova davanti alla totale strumentalizzazione delle strutture e come se non bastasse l’assenza completa di affitti a lungo termine con prezzi ragionevoli.
Quello che oggi vediamo è quindi un completo rovesciamento della medaglia ed a perdere sono tutti coloro che cercano qualcosa di stabile, e nella maggior parte dei casi che ne hanno più necessità per vivere, studiare e lavorare.
Dietro a questi nuovi orizzonti locativi stanno importanti vuoti legislativi e zone d’ombra che devono necessariamente essere riparati: tetti sui prezzi, locazioni dignitose e rispetto del cliente debbono essere nuovi cardini che permettano a tutti di soddisfare l’esigenza di avere una casa e portare avanti la propria vita.