Ci deve essere un vero problema di comunicazione tra i 5 Stelle. “Giornalisti pennivendoli-puttane. Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà. Ma i colpevoli ci sono e vanno temuti. I colpevoli sono quei pennivendoli che da più di due anni le hanno lanciato addosso tonnellate di fango con una violenza inaudita”. No, non è uno sfogo casuale pescato dal magma dei social. È il commento politico di un rappresentante (in esilio volontario?) del principale movimento italiano, Alessandro Di Battista, commentando l’assoluzione di Virginia Raggi. Non è più tenero Luigi Di Maio, che invoca l’obbligo della figura dell’editore puro, omettendo sul come e sul chi lo debba scegliere. Il tema qui non è la figura del Sindaco romano. Il proseguimento o meno del suo mandato va giustamente affidato all’esame del suo operato nella Capitale. Disquisiamo invece se i 5 Stelle abbiano un problema di comunicazione. Sì perché non è il primo intervento duro che vede coinvolti i pentastellati ai danni degli operatori dell’informazione, i quali (quelli bravi) hanno sempre trovato più nemici che amici nel fare il proprio lavoro. E che mai come oggi si possono sentire in trincea verso una serie di attacchi verbali che non si ricordano. Il giornalismo ha tutti gli strumenti per difendersi. Ma si rimane colpiti, scossi, prima ancora da cittadini che da professionisti: sono dichiarazioni di rappresentanti popolari, dunque rappresentano un’opinione di un gruppo di votanti? O forse un gruppo di votanti si ritiene rappresentato da questi, senza per forza sposare ogni loro posizione? Il dubbio mi arrovella mentre batto sulla tastiera il pezzo. È inutile, non se ne viene a capo. Ma in ogni caso un problema di comunicazione c’è. Sì perché o si sbaglia evidentemente nel non usare maniere civili nel dialogo con le altre forze in campo nella democrazia (male), o si cercano avversari dove non ce ne sono per sviare dai problemi tutti reali di amministrazione del territorio (peggio). Di rilievo allora l’intervento di Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana:”I 5 Stelle sognano un’informazione al guinzaglio ma non saranno le minacce e neppure gli insulti a impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro”. La settimana del misunderstanding si è chiusa poi in bellezza con le scuse di Rocco Casalino, già portavoce di Palazzo Chigi, nel programma di Fazio per le parole offensive usate in un video contro anziani e portatori di handicap. “Non ho problemi a chiedere scusa per quelle parole”. Dai che ci siamo. Siamo a una svolta che riconcilierà il partito di grillo alla comunicazione, me lo sento. “Ma a volte i toni duri contro i giornali servono per difenderci dagli attacchi”. Nulla, un’altra settimana con problemi di comunicazione.
Ricordo, piü di 25 anni fa, un’intervista televisiva rilasciata dai redattori del Corriere. Si lamentavano dicendo: “Se hanno potuto tappare la bocca a grandi firme come Biagi e Montanelli, immaginate in quali condizioni di sudditanza ci tocca lavorare a noi giornalisti normali”. L’alzare i toni di Di Battista e compagni può dare fastidio ma ha serie motivazioni alle spalle. È l’incazzatura che ognuno dovrebbe avere nei confronti di un sistema che ha distrutto Grecia, Italia, Spagna, Portogallo. Forse è meglio se ci svegliamo tutti veramente, per il bene dell’Italia e di tutta l’Europa:)