Cuore nascosto di Ferzan Ozpetek: il nuovo tassello in un mosaico fatto di passato e segreti

È il 12 maggio 2024 e nel padiglione Oval del Salone del libro di Torino si è tenuta la presentazione dell’ultimo romanzo di Ferzan Ozpetek, Cuore nascosto, edito Mondadori.

L’autore è stato subito accolto da Alessandra De Luca e da tutti i presenti. Ha ringraziato di essere lì, esprimendo lo stupore per la capacità di resistenza della gente che lo ha atteso per ore in fila.

Si inserisce, così, la prima domanda della moderatrice in merito al romanzo: “Come nasce l’idea di Cuore nascosto?”, gli chiede e senza fare troppi spoiler dà qualche accenno della trama. 

Ozpetek confessa che la storia di Alice e zia Irene gli è venuta in mente quando una sua amica – un’attrice molto famosa di cui non farà il nome – gli ha raccontato che, proprio come la protagonista della storia, le era stata lasciata una grande casa in centro a Roma da una zia appena scomparsa. Ovviamente, nella realtà non è successo nulla di quello che lui poi racconterà, ma l’idea parte proprio da quell’aneddoto.

C’è molto di lui anche in questa storia, come in tutti i suoi lavori, continua De Luca, e gli chiede se anche in questo caso si sia ispirato alla sua famiglia, in particolar modo a sua madre. “È come se zia Irene si rifacesse alla mamma tanto aperta e liberale che hai avuto?”, chiede.

Il regista-scrittore risponde di sì: “Proprio oggi, giorno della festa di tutte le madri del mondo, è importante dire che sono stato fortunato ad essere cresciuto in quel modo accogliente e mai giudicante”. Sua madre, donna molto eccentrica, difatti,  non ha mai limitato la libertà del figlio, anzi, ha incentivato il suo sviluppo e la sua crescita, spingendolo a raggiungere ovunque fosse curioso di arrivare.

Continua, così, con gli aneddoti e racconta di alcune telefonate che gli faceva da un momento all’altro appena sveglia, magari mentre lui era sul set a lavoro, in cui gli diceva: “Ferzan, ricordati che l’amore è la cosa più importante che abbiamo”. Oppure: “Ferzan, sono stata una buona madre secondo te?”.

De Luca, dunque, prosegue con le domande e afferma che i libri e i film dell’artista sono caratterizzati da una profonda contiguità. Anche se sono diversi tra loro, c’è un filo che li unisce,  fatto dell’insieme di segreti e passato. 

“Tu che rapporto hai col passato e perché pensi ti piaccia parlarne?”, gli chiede.

Prendono in esempio il caso del film Magnifica presenza –  ora anche opera teatrale, attualmente in scena nei teatri di tutta Italia – in cui è molto importante il tema del ricordo dei morti e, più nello specifico, dei fantasmi. E Ozpetek sottolinea quanto si sia convinto negli anni che tutto ciò che gli succede di bello sia monitorato dall’alto, da persone che non ci sono più, che non sono più presenti fisicamente intorno a lui. Non sa se è davvero così, dice, ma lo spera.

È un po’ come l’oroscopo, secondo lui. “Non mi piacciono le persone che si prendono perennemente sul serio, serve qualcosa nella vita che ci aiuti un attimo a lasciarci andare e ad affidarci al caso, a credere in qualcosa che sfugge totalmente al nostro controllo”.

È il caso dell’ennesimo racconto: parlano di Saturno Contro – altro film memorabile seguito dall’artista –, e dell’origine del titolo. Inizialmente sarebbe dovuto essere Mentre Lorenzo dorme, facendo riferimento al protagonista che passa quasi tutto il film in coma. Ma, è diventato il film di cui tutti abbiamo sentito parlare perché un giorno una sua collaboratrice gli ha consigliato di spostare l’uscita del prodotto nelle sale.

“Perché?” Le ha chiesto Ozpetek. “Perché hai Saturno contro”, gli ha risposto lei.

Racconta, poi, dell’importanza affettiva che ha avuto quel film, di come sia stato girato nella casa in cui lui e il suo compagno, Simone, vivevano a quel tempo.

Andando verso la fine dell’incontro, i due ospiti parlano di quanto sia stato fondamentale per Ozpetek ambientare le proprie opere nei luoghi che lui vive e conosce dall’infanzia, quelli che sono solo suoi e gli apparterranno per sempre. Di quanto sia magico che questi posti col tempo siano iniziati a diventare un po’ anche di tutti.

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