La politica italiana non sta certamente mostrando il suo volto migliore. Da anni stiamo assistendo a un lento decadimento della qualità della classe dirigente di istituzioni e partiti, alla morte del pensiero politico oltreché alla trasformazione del dibattito pubblico in un grottesco teatro degli orrori.
È la seconda repubblica, quella del One Man Show, della comunicazione veloce, dei social network, dei nani, ballerine e pagliacci.
25 anni di abbrutimento culminati nel governo dei paradossi, degli slogan, della semplificazione estrema, dove tutto diventa il contrario di tutto e l’unica coerenza è quella dimostrata nel mantenimento delle posizioni di potere.
E quello del potere è un tema troppo importante, filo conduttore e comun denominatore del governo giallo-verde. Ogni giorno si grida per qualcosa di diverso, ogni giorno si apre una crisi utile solo a distrarre le masse e a costruire un nemico immaginario.
Oggi tocca a Salvini costruire il mostro dell’inciucio tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Ieri era Di Maio che gridava contro la Lega “bipolare”, al Governo nazionale con i Grillini, nelle amministrazioni locali con Meloni e Berlusconi.
Ma, alla fine, si urla tanto e si fa ben poco. L’Italia è assopita, quasi in uno stato di coma indotto dal continuo bombardamento di notizie inutili. Ci si rifiuta, ormai, di ascoltare tutte queste stupidaggini. La classe politica che ci governa ha tradito se stessa prima che il voto degli italiani.
E allora basta parlare di cambiamento, basta raccontare balle a una Nazione intera; sia su quello che vorranno fare in Italia sia su quello che mai faranno in Europa. Il Movimento 5 Stelle, almeno in Parlamento Europeo ha chiarito lo scopo della missione. In cambio di qualche vicepresidenza di Commissione ha votato convintamente per Ursula von der Leyen. Merkeliana, europeista, sicuramente anche espressione di tutti quei mondi che i pentastellati, a chiacchiere, dicono di combattere.
E il problema non è, come dice Salvini, che a Bruxelles il M5S abbia votato insieme al Partito Democratico e a Forza Italia. La questione è più profonda, poiché il Movimento, per l’ennesima volta, ha rinnegato tutta la sua storia, tutto quello che millanta di rappresentare.
E Salvini? Scrive sui social e parla alla stampa, accusa l’alleato di governo di tradimento nei confronti del voto degli italiani, addirittura li accusa di tramare insieme a Merkel, Macron, Renzi e Berlusconi. Ma intanto ci governa insieme, continua a fare tattica, cercando di incrementare consensi, sempre fedele al ruolo istituzionale ma anche di comando.
Oggi urla Salvini, domani forse toccherà a Di Maio, pronti a tradire anche loro stessi, ma mai il potere che stringono fortissimo.