“Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.”
È questo il chiaroscuro che stiamo vivendo? L’incertezza continua, soprattutto in un clima di crisi epidemiologica, crea creature strane. Quasi multiforme.
Gramsci, per quanto lontano sia, ci ha visto molto lungo (se si parla di politica). La classe dirigente che ci guida non ha chiaro né l’obiettivo, né tantomeno l’orizzonte. Un buco nero in cui coscienza politica, coerenza e senso civico viene risucchiato come l’idrovora.
Taenia solium politico, per capirci. Ci riusciremo a rialzare da una situazione di impoverimento generale, sia morale che etica? I tempi non fanno certo sperare floridi futuri.
L’inerzia che spinge questo non-governo crea entità astratte e vuote come MAIE-Italia23, che sembrerebbe il nuovo progetto politico di un Conte-Casalino esausto o riesuma il beneventano Mastella nel ruolo del capo ”responsabili”, in un “mercato delle vacche” – per dirlo alla Travaglio – che a tutti interessa tranne agli italiani affogati da debiti, tasse ed incertezze.
Fiducia o meno, ancora una volta abbiamo mostrato al mondo l’assenza di leadership del nostro Paese, facendoci tenere in scacco da un partito che conta il 2% come quello di Italia Viva e del senatore Matteo Renzi.
Un Paese in cui l’opposizione, a destra, è troppo silenziosa e poco influente per riuscire a dare un colpo di reni e prendere la situazione in mano, magari proponendo una svolta per il male minore: Draghi.
Viviamo un momento storico in cui un premier, come Giuseppe Conte, chiede un sostegno (con la sua parola “aiutateci”) in un lungo monologo formato da prolissa lista della spesa, citando persino l’innalzamento dello spread. Spread, questioni sull’utilizzo dell’intelligence, prove di forza partitiche è tutto ciò che è di più lontano dalle loro necessità attuali.
In un Parlamento che, più di una scatoletta di tonno, assomiglia ad una matriosca russa il cui ultimo strato non è altro che interminabile ed assordate vuoto. Se esiste un kali yuga ci stiamo dentro con tutte le scarpe.