Cresce la tensione tra Israele ed Iran dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh. Razzi dal Libano contro Israele. Khaled Mashal nominato ad “interim” capo di Hamas

Sale lo stato di allerta in Israele. Possibile attacco dell’Iran. Taiani esorta i nostri connazionali in Libano a rimpatriare. Ipotesi sul nuovo capo di Hamas

La situazione

A pochi giorni dall’uccisione del capo politico di Hamas,Ismail Haniyeh, cresce la tensione in Medio oriente dove un possibile attacco da parte dell’Iran ad Israele diventa sempre più vicino, se non imminente, così come confermato anche da Antony Blinken, il segretario di Stato americano al G7 convocato da Tajani per cercare di arginare la situazione in una escalation che vede Teheran respingerel’appello alla moderazione degli Stati arabi e Netanyahu riunire i vertici militari e di intelligence. Se inizialmente l’uccisione del leader palestinese era stata imputata all’esplosione di una bomba introdotta nella sua abitazione di Teheran nonostante la protezione da parte delle Guardie della Rivoluzione Islamica, ieri, 4 agosto, in un comunicatoripreso dalla stampa locale, i Pasdaran iraniani hanno affermato che Haniyeh è stato ucciso da un “missile a corto raggio con una testata da 7 chili” lanciato dall’esterno. I pasdaran hanno fatto sapere che la vendetta per l’assassinio di Haniyeh diretto al “regime terrorista sionista”sarà “severa” e si consumerà nei “tempi, nei luoghi e nei modi appropriati”, ed ancora Hossein Salami: “I nemici delle nazioni musulmane, specialmente la banda criminale e terroristica del regime sionista e i suoi sostenitori, devono aspettarsi la sacra ira e la dura vendetta dei Mujaheddin di vari fronti di resistenza nella regione”, ha affermato il Comandante militare iraniano a capo dei Guardiani della Rivoluzione. Quest’ultima uccisione si somma alla precedente del comandante dell’ala militare di HamasMohammed Deif, che reo, secondo l’esercito israeliano (Idf), di aver pianificato e partecipato al massacro del 7 ottobre in cui sono state uccise 1.200 persone nel sud del Paese e rapite altre 251 poi portate in ostaggio a Gaza, è stato ucciso nel raid israeliano del 13 luglio a Kahn Younis.

I pasdaran accusano inoltre gli Stati Uniti di aver coadiuvatoIsraele nell’organizzazione dell’omicidio del capo politico di Hamas e mentre l’Iran mobilita forze in Libano, Siria, Iraq e Yemen, ieri, 5 agosto, il quotidiano israeliano indipendente Haaretz riporta che “decine di razzi sono stati lanciati dal Libano contro le comunità nel nord di Israele” e che “la maggior parte dei razzi è stata intercettata” così come conferma l’Idf, le forze armate israeliane. Gli Hezbollah confermano di aver lanciato dozzine di razzi contro Israele, anche se il confine tra Libano ed Israele è già da mesiteatro di regolari scontri tra gli Hesbollah e l’esercito israeliano. Intanto, la situazione internazionale preoccupa anche il nostro Ministro degli esteri Taiani che, dopo una riunione in video conferenza dei ministri degli Esteri del G7 sulla situazione in Medio Oriente, ha fortemente esortato i nostri connazionali a non spingersi nei territori a sud del Libano ma piuttosto a lasciare il Paese il “prima possibile”. Intanto, il Dipartimento della Difesa americano ha annunciato in una nota che dispiegherà maggiori capacità militari difensive in Medio Oriente per rafforzare la protezione delle truppe statunitensi nella regione e per difendere Israele. 

La successione di Ismail Haniyeh

Poco dopo la morte di Ismail Haniyeh è di fatto il leader turco, Recep Tayyip Erdogan, il più rigido nei confronti diIsraele negli ultimi dieci mesi, a fare il nome del sostituto di Hamas. La scelta è ricaduta su Khaled Mashal. E’ infatti con una nota diramata dal ministero degli Esteri della Turchia dopo un colloquio avvenuto a Doha, in Qatar, proprio tra Meshaal e il capo della diplomazia turca HakanFidan, arrivato nell’emirato per presenziare alla sepoltura del defunto leader del gruppo terroristico palestinese, che Meshaal ha al momento assunto la guida “ad interim” dell’organizzazione.

Già capo dell’Ufficio politico di Hamas dal 1996 al 2017 prima di lasciare il posto al defunto Haniyeh, dopo gli studi in Kuwait ha vissuto in Giordania, Siria e poi Doha dal 2013. Ha più volte accompagnato Haniyeh nei suoi viaggi istituzionali, soprattutto in Turchia, Meshaal viene definito “vicepresidente dell’ufficio politico” e “capo ad interim del Politburo di Hamas”. Questa è certamente sembrata la scelta migliore al momento, data la delicata situazione in Iran, i tempi stretti e le difficoltà di organizzare una nuova nomina. Erdogan sembra aver scelto un uomo di esperienza con ottime capacità relazionali, l’ideale in caso di riavvio dei negoziati, anche se il favorito alla successione ufficiale sembra essere l’attuale numero due del gruppo nella Striscia di Gaza, Khalil al-Hayyamolto vicino a Haniyeh, con cui a Doha ha contribuito a guidare gli attuali negoziati con Israele. Esperto di teologia e giurisprudenza islamica, Al-Hayya ha ricoperto diversi incarichi nei sindacati locali della Striscia di Gaza oltre ad essere membro del Politburo e vice capo dell’Ufficio politico regionale di Hamas nella Striscia dal febbraio 2017, da quando Yahya Sinwar ha sostituito Haniyeh alla guida dell’organizzazione nel territorio costiero palestinese.

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