“Forza Italia è morta” “ Forza Italia alle prossime elezioni non esisterà più” E via così. Chiunque abbia meno di trent’anni si è sentito dire queste frasi con cadenza regolare da quando ha compiuto la maggiore età, per poi veder accadere sempre la stessa cosa: a non esistere più era proprio chi aveva fatto questi annunci, mentre Forza Italia continuava e continua ad essere in campo.
Proprio nel momento più difficile del partito, Silvio Berlusconi ha tirato fuori dal cilindro una soluzione inaspettata. Il 19 giugno 2019 rimarrà una data storica per Forza Italia. Un momento in cui, con saggezza e leadership, Berlusconi ha aperto per la prima volta ad una contesa interna nel partito. Questo è il primo grande dato di quello che è accaduto: il coraggio di una mossa inattesa, per ridare linfa vitale ad un partito che molti pensavano si stesse ormai trascinando avanti per inerzia.
Si è respirato nelle ore della decisione di Berlusconi un clima di entusiasmo e di positività per le prospettive future. Ci si è sentiti un partito anglosassone. Dove si può litigare con la più feroce durezza, ma nessuno mai per alcuna ragione potrebbe pensare di spaccare il proprio partito. Prima di tutto il partito, la propria casa. Poi, i personalismi. In un’Italia che di personalismi ha sempre vissuto, una bella boccata d’ossigeno.
Mara Carfagna e Giovanni Toti come Coordinatori nazionali dovranno stilare le regole per riorganizzare il partito, tramite congresso, primarie insomma metodi di merito e di coinvolgimento dei militanti. Una sfida che avrà successo se entrambi avranno ben chiaro sin dall’inizio che in ballo non c’è soltanto la partita fra chi assumerà la guida del partito, ma l’identità di Forza Italia nei prossimi dieci anni. In ballo c’è un posizionamento politico su cui si possono avere idee diverse ma non confuse. Per intenderci, Forza Italia deve capire se guarda a Donald Trump o a Emmanuel Macron. Deve confrontarsi e poi esprimere un’idea chiara sui grandi temi e sfide internazionali. Se la contesa, auspicabilmente non chiusa a due soli giocatori, saprà tenersi su questi temi e questi livelli, sarà stata la mossa più giusta possibile.
Il punto fermo sta ancora una volta nelle parole di Berlusconi mentre annunciava la nomina di Carfagna e Toti: in FI ci sono le persone più preparate del centrodestra italiano. Lega e Fratelli d’Italia non mancano certo di personalità di alto livello, ma sono ancora indietro nella formazione di classe dirigente. Forza Italia ha questa forza più di ogni altro, frutto di 30 anni di esperienza fatte di scelte giuste e sbagliate, ma complessivamente del tutto positiva. Serve ripartire da lì. Da una consapevolezza che deve tradursi in forza di cambiamento interno e non ostinazione alla conservazione.