“Il tempo sta davvero scadendo. Sono stati compiuti progressi significativi da Parigi. Ciò che è anche vero è che, collettivamente e individualmente, non stiamo facendo abbastanza”. Con queste parole l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha inaugurato il suo intervento di ieri alla Cop26 a Glasgow.
UNO SFORZO GLOBALE PER SALVARE IL PIANETA
L’appello di Obama apre l’ultima settimana della conferenza delle Nazioni Unite sul clima, che si chiuderà nella giornata di venerdì 12 novembre. Parole chiare e concise, che sottolineano con preoccupazione quanto la lotta alla crisi climatica debba essere considerata unanimemente la questione più urgente a livello internazionale.
Il messaggio lanciato dall’ex presidente, ripreso anche da Avvenire, è inequivocabile: fare di più e farlo adesso per evitare di arrivare a un punto di non ritorno. Compiere uno sforzo a livello globale per evitare di danneggiare in maniera irreparabile il nostro pianeta.
“Tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere, tutti noi abbiamo del lavoro da fare, tutti noi dobbiamo fare dei sacrifici, ma chi di noi vive in Paesi grandi e ricchi, chi contribuisce a far precipitare il problema, ha un onere aggiuntivo, che è quello di garantire che collaboriamo e che aiutiamo e assistiamo coloro che sono meno responsabili ma più vulnerabili a questa crisi imminente”.
Un monito critico nei confronti di tutti quei paesi che hanno disilluso le promesse fatte 6 anni fa. Nel corso del suo intervento Obama ha osservato come l’accordo di Parigi, firmato da 197 paesi nel 2015, ha creato effettivamente un frame interpretativo per l’azione contro il cambiamento climatico, mentre le nazioni, inclusi gli Stati Uniti, non sono riuscite a rispettato i loro impegni per mantenere il riscaldamento globale entro margini relativamente sicuri.
Importante ricordare che il mondo ha già subito un riscaldamento di 1,1 gradi a causa delle emissioni di anidride carbonica, e le proiezioni attuali, basate sui tagli di emissioni in programma per i prossimi 10 anni, prevedono che il pianeta toccherà i 2,7 gradi in più entro il prossimo secolo.
L’APPELLO AI GIOVANI
Un intervento accolto non con grande entusiasmo dai giovani attivisti per il clima di tutto il pianeta, che vedono nella figura di Obama un uomo che ha disatteso le loro speranze e le promesse fatte.
Ed è proprio a loro che l’ex presidente degli Stati Uniti si è rivolto nella seconda del suo intervento: “L’energia più importante in questo movimento viene dai giovani e il motivo è semplice: hanno in gioco più di chiunque altro”.
Ai giovani, però, Obama critica la mancanza di concretezza nelle loro azioni, sottolineano come “le proteste e le campagne online con gli hashtag sono necessarie e possono far crescere la consapevolezza del problema”, ma non si trattano di strumenti sufficienti con i quali arrivare a un risultato concreto contro il cambiamento climatico. Il suggerimento dell’ex presidente, riportato da RaiNews, è quello di “aprire il dialogo con chi ancora non ha sposato pienamente la causa dell’attivismo, per trovare insieme una soluzione”.
Appello che non è passato al vaglio delle critiche dei più giovani, incarnati dallo spirito dell’attivista Vanessa Nakate, che sul suo profilo Twitter ha scritto: “Quando avevo 13 anni, nel 2009, avevi promesso 100 miliardi di dollari per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Gli Stati Uniti hanno infranto quella promessa, questo costerà vite in Africa” aggiungendo alla fine “Tu vuoi incontrare i giovani della COP26. Noi vogliamo i fatti”.