“È essenziale continuare a dare all’Unione Europea strumenti giusti per rispondere alla richiesta di solidarietà e alle crisi future” – così il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha presentato la Conferenza sul futuro dell’Europa proposta nel 2019, ma rinviata al 9 maggio 2021, nel giorno della festa dell’Europa, 71 anni dopo la dichiarazione di Schuman.
Il 10 marzo proprio David Sassoli, il primo ministro portoghese António Costa – a nome della presidenza del Consiglio – e la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, hanno firmato la dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, primo passo necessario per definirla.
Lo scopo di questo importante evento è quello di dare ai cittadini un ruolo più incisivo nella definizione delle politiche e delle ambizioni dell’UE, migliorando la resilienza dell’Unione alle crisi sia economiche che sanitarie.
Esso costituisce un nuovo spazio d’incontro pubblico per un dibattito aperto, inclusivo, trasparente e strutturato con i cittadini europei sulle questioni che li riguardano e che incidono sulla loro vita quotidiana.
È necessario rilanciare il progetto democratico dell’Unione Europea attraverso un maggiore coinvolgimento dei cittadini anche per raccogliere elementi di riflessione e condivisione sui grandi temi che ci aspettano come la crisi del debito sovrano europeo, la gestione dei flussi migratori e il cambiamento climatico oppure sfide esterne come, ad esempio, i conflitti diplomatici e non, nel Mediterraneo orientale.
Il Covid ci ha insegnato che l’Unione Europea può e deve tornare a dare risposte concrete.
È stato importante avviare un processo che ha messo in luce l’azione positiva dell’Europa a cui però deve fare seguito un salto di qualità per procedere unitamente e concretamente in quella stessa direzione. La Conferenza è l’occasione per prendere coscienza che l’Europa è fatta di donne, uomini, giovani e anziani ai quali è necessario dare attenzione e centralità.