A Colleferro la questione ambientale continua ad infiammare il dibattito politico. Dopo l’ordinanza di Nicola Zingaretti, con la quale è stato deciso di trasportare i rifiuti di Roma nelle discariche delle province del Lazio, le reazioni non sono mancate. Partiti, comitati e associazione (non tutte) hanno manifestato il loro dissenso per una scelta che definire scellerata sembra un eufemismo.
Tra i partiti più attivi, in questi giorni, la Lega che, tramite una lettera inviata in esclusiva alla nostra redazione dal capogruppo in consiglio comunale Andrea Santucci, ha voluto fare chiarezza sulla vera storia della discarica di Colle Fagiolara.
Santucci si definisce: “stanco di veder prendere in giro i propri concittadini, confusi da una maggioranza più interessata al raggiungimento della chiusura del sito il 31 dicembre 2019 (forse) che alla salubrità dell’aria oltreché al più generale interesse della salute pubblica. Sono stanco di chi nel 2015, in seguito alla sua schiacciante vittoria, aveva promesso l’immediata chiusura di Colle Fagiolara ma, poi, ha fatto tutt’altro spostando i tralicci e quindi dando nuova vita alla discarica. La politica, fatta alla vecchia maniera, dal sindaco Pierluigi Sanna e dall’assessore Giulio Calamita mi trova in forte dissenso, a tal punto da decidere di pubblicare questa cronistoria della discarica di Colle Fagiolara, per amore della verità e di Colleferro.”
Cronistoria della discarica di Colle Fagiolara
La lettera del consigliere e capogruppo della Lega Andrea Santucci, che riportiamo integralmente:
“Colleferro, agli inizi degli anni ’90, si è trovata a dover porre rimedio ad una questione ambientale scomoda da un punto di vista politico e grave da un punto di vista ambientale, mi riferisco alla discarica abusiva nata nell’area posta al confine tra Colleferro e il Parco della Selva di Paliano, denominata Colle Fagiolara. Tale area risultava ospitare una certa quantità di rifiuti solidi urbani, si vocifera (legenda urbana-non tanto legenda) che ci fossero auto da demolire, auto abbandonate e auto da far sparire. Dovendo trovare una soluzione a questo disastro ambientale, si è pensato di bonificare l’intera area mediante la realizzazione di una piccola discarica temporanea, iniziando così a rimuovere i rifiuti presenti per preparare l’invaso della nuova discarica. Scelta assolutamente scellerata e senza “senso” perché si potevano utilizzare le discariche già attive a quei tempi; voglio ricordare che la discarica che stava nascendo avrebbe dovuto raccogliere solamente quella modesta quantità di rifiuti scoperti per poi procedere a tumulare il tutto, come se si trattasse di una discarica legittima che ha esaurito la propria volumetria.
La politica di quei tempi, probabilmente, non volendosi assumere la paternità della discarica, è rimasta immobile fino al colpo di fortuna che è arrivato da Roma, IL COMMISSARIO PREFETTIZIO.
1) La discarica nasce 1 Dicembre del 1992 per volere del Commissario Prefettizio, venuto in seguito allo scioglimento anticipato dell’amministrazione Colabucci;
2) Nel 1995 i lavori di messa in sicurezza terminano e l’allora Sindaco Moffa , invece di procede a ricoprire l’invaso, rende la discarica fruibile solamente per i rifiuti solidi urbani della città di Colleferro (risparmio di soldi per la comunità colleferrina);
3) Nel 1997 l’amministrazione comunale autorizza anche i comuni limitrofi a confluire i loro rifiuti solidi urbani nella discarica, garantendo così entrate consistenti dalla tassa di conferimento a favore di Colleferro;
4) Nel 1999 l’allora sindaco da il via all’iter per la realizzazione degli impianti di Termovalorizzazione, come possibile soluzione all’imminente chiusura della discarica di Colle Fagiolara e per abbattere i costi della bolletta per la raccolta dei rifiuti;
5) Nel 2003 gli impianti di Termovalorizzazione entrano in funzione e la discarica purtroppo è ancora attiva;
6) Trascorrono gli anni e la discarica da quello che doveva essere, un piccolo invaso da ricoprire, diventa una discarica costituita da due grandi colline di rifiuti e un canalone nella cui area centrale passano i cavi dell’alta tensione sorretti dai tralicci TERNA;
7) Nel 2014 per motivi di esaurimento dei volumi, perché gli spazi erano stati completamente riempiti, la discarica vede la sospensione dei rifiuti in ingresso (cessa il conferimento – come se fosse chiusa e pronta per avviare le pratiche di capping);
8) Viene eletto Sindaco Pierluigi Sanna e la chiusura della discarica sarebbe stata imminente ;
9) Nel 2016 la Giunta Regionale mediante la Delibera n. G11840 autorizza alla sopraelevazione della discarica di Colle Fagiolara, quindi passiamo da 280 a 287 metri sul livello del mare;
10) Nel 2016 la Regione Lazio con la Determina di Fabbisogno n. 199, ha stabilito che la volumetria residua di colle Fagiolara era di 33.000 m³, a cui si potevano aggiungere ulteriori 600.000 m³, qualora gli elettrodotti fossero stati spostati;
11) Nel 2016 la discarica apre i cancelli alla sopraelevazione di 7 m per circa 24 mila tonnellate di rifiuti (32 mila m³ X 300 tonnellate al giorno) provenienti dagli impianti del TMB della “Rida Ambiente s.r.l.” che raccoglie i rifiuti di Roma e provincia, con un traffico di mezzi pesanti pari a 18 veicoli al giorno esclusi i festivi;
12) Nel 2017 l’amministrazione Sanna per mezzo di un’ Ordinanza Sindacale urgente n. 192 disponeva lo spostamento dei tralicci presenti nella discarica di Colle Fagiolara;
13) Nel 2018 la Regione Lazio mediante la Determina n. G12290 fissa le nuove tariffe per conferire in discarica (72,29 euro a tonnellata + 13,925 euro per la gestione post mortem + 15 euro a tonnellata da corrispondere al comune di colleferro per l’affitto della discarica)
Nel 2018 vengono spostati i tralicci e inizia il via vai di mezzi pesanti in ingresso alla discarica per conferire i rifiuti;
14) Nel 2019 la discarica di Colle Fagiolara vede in ingresso alla stessa 44 camion al giorno per circa 1000 tonnellate, esclusa la domenica che i camion scendono a 24.
Oggi, Luglio 2019, la discarica sembra voglia aprire le porte alla spazzatura della Regione Lazio e soprattutto di Roma con 50 camion al giorno dalle 5 del mattino fino alle 19:30 della sera per incassare circa 140 mila euro al giorno.
Diverse sono state le Interrogazioni e le Mozioni presentate all’amministrazione Sanna per scongiurare la riapertura della discarica ma a nulla sono servite.
Nelle interrogazioni che ho effettuato si percepiva una sorta di imbarazzo e di impossibilità nel fare quanto da me richiesto, ho percepito come la sensazione che ci fosse qualcuno di molto importante (Regione Lazio) che indirizzasse questa giovane maggioranza nel compiere alcune scelte.
Le uniche risposte che il Sindaco Sanna dava a me e ad altri colleghi di minoranza erano <<temete un mio successo[..]>> , <<io chiuderò la discarica entro la fine del 2019!>>, in realtà non temevo alcun suo successo ma un INSUCCESSO sicuramente già è ben visibile e mi riferisco all’impatto ambientale.
Colleferro era, è e continuerà ad essere la pattumiera del Lazio e in particolare di Roma poiché in base a quanto riportato sulla autorizzazione all’esercizio (AIA), la discarica potrà continuare a rimanere aperta fino al 2022 salvo che, in concomitanza alla fine del contratto di gestione con Lazio Ambiente S.p.A. di Dicembre 2019, non si arrivi all’esaurimento dei volumi della stessa,cosa ad oggi fattibile visti i volumi di immondizia in ingresso.
Concludo dicendo che potremmo anche chiudere la discarica alla data del 31/12/2019 ma non chiuderemo mai con le ripercussioni sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, invito pertanto il Sindaco Sanna alle dimissioni visto il danno all’ambiente che sta causando. “