Il 16 gennaio si è tenuta in aula consiliare la commissione straordinaria richiesta dai lavoratori della Coop di Colleferro e accettata dall’amministrazione comunale.
Oggetto della richiesta la situazione critica venuta a paventarsi negli ultimi mesi, che porterebbe la Coop di Colleferro a un’instabilità economico lavorativa con possibile chiusura o vendita del negozio.
All’assemblea, oltre al nutrito gruppo di lavoratori del sito, vi è stata la presenza dell’Assessore al Commercio Marco Gabrielli, del Sindaco Pierluigi Sanna e dei consiglieri di maggioranza preposti. Per i lavoratori erano presenti le sigle sindacali CGIL, con il rappresentante Lanzi, e Cobas con Miniucci e Monteneri.
Assenti, ma convocati, i consiglieri d’opposizione preposti e le sigle UIL e CISL. La mancanza più pesante è stata quella dell’azienda Unicoop Tirreno.
PERCHÉ LA COMMISSIONE STRAORDINARIA
La preoccupazione dei lavoratori è la tenuta dell’azienda e se la stessa riuscirà a mantenere le prerogative del triennio passato, dando seguito alla presenza del negozio di Colleferro. Avvisaglie di crisi sono arrivate dal continuo rimpallo nei tavoli tra sindacato e direzione per il futuro dell’azienda. Non vi è stato alcun rinnovo del patto stipulato al MISE nel 2019. Unicoop Tirreno dall’altra parte nega di aver mai parlato di chiusura o vendita del sito, senza mai però rassicurare ufficialmente l’ambiente con impegni presi.
L’ACCORDO DEL 2019
L’antefatto porta nel 2019 al citato accordo al MISE sottoscritto tra le parti con la supervisione del comune, dove si scongiurava la chiusura e la vendita del sito, prevedendo le stesse condizioni contrattuali per i lavoratori. La riduzione della metà del negozio, affittato per piano di rientro, una delle condizioni del patto. In quell’anno pre-pandemico i lavoratori, con al fianco l’amministrazione comunale, avevano ravvisato delle problematiche di salvaguardia occupazionale molto simili a quelle odierne. Richieste di ascolto prima fatte cadere nel vuoto e poi ascoltate dall’azienda con l’arbitrio del Ministero.
LA VERSIONE DEI LAVORATORI
Come si evince dalle parole dei rappresentanti sindacali la storia sembra ripetersi. A far scattare il campanello d’allarme, secondo Il delegato CGIL, sono le politiche aziendali volte all’abbandono del Lazio, in trend con molte aziende della grande distribuzione, che già avrebbe colpito la UNICOOP con lo spostamento poco comprensibile della piattaforma di approvvigionamento da Anagni a Castiglion del Lago in Umbria. Suffragano la tesi i rappresentanti COBAS che ricordano come, anche con patti presi, la situazione nel Lazio è drammatica, portando all’attenzione del negozio Coop al Casilino (Roma) dove sono stati disattesi gli impegni di valorizzazione dei punti vendita.
L’instabilità è data anche da una possibile cessione, che scongiurerebbe la chiusura, ma non sarebbe priva di ridimensionamento del personale e dei contratti. Su questo ultimo punto tuonano le parti sindacali spiegando la differenza contrattuale tra i lavoratori Coop e molti della grande distribuzione, dove tanti contratti non sono in linea con quelli nazionali.
IL COMUNE DI COLLEFERRO
L’ amministrazione comunale ha ribadito la centralità della Coop di Colleferro, nella quale il Comune ha investito, fidandosi del marchio che attira affluenza. Negli anni è stata collocata all’interno dello stabile una delle sedi della Farmacia Comunale e, ultimamente, quattro colonnine di ricarica elettrica rapida per autoveicoli grazie alla vicinanza col casello autostradale. Il Sindaco avvisa la platea anche della salvaguardia concorrenziale, la quale potrebbe venire a mancare con la cessione a un marchio già presente nel territorio comunale.
L’assessore Marco Gabrielli ha ribadito: “È chiara l’intenzione dell’amministrazione comunale di supportare l’azione dei sindacati e dei lavoratori in tutte le sedi preposte al fine di salvaguardare il marchio Coop sul territorio e tutti i livelli occupazionali. Se necessario saremo a loro fianco per intavolare un tavolo di trattativa al Ministero dello sviluppo economico come abbiamo fatto già quattro anni fa.”
RICHIESTE DEI LAVORATORI
I lavoratori per voce del sindacato chiedono chiarezza sulla cessione e sulla vendita. In più sperano in un piano almeno triennale per capire le intenzioni effettive dell’azienda. Fino a ora i vertici aziendali non sono mai entrati nei dettagli, lasciandosi però sfuggire notizie su una situazione delicata e una papabile indagine esplorativa per la vendita. Nulla di ufficiale. Proprio nulla di ufficiale, né di ufficioso, ma questa caducità è la nota stonata all’orecchio degli interessati.
E poi se Colleferro ha raggiunto gli obiettivi aziendali perché chiudere o vendere il sito?
Nei prossimi giorni ci sarà un CDA dell’Unicoop Tirreno, dove forse si ratificherà una versione ufficiale sulla vicenda. Intanto l’amministrazione comunale, nelle parole del sindaco Sanna, si prodiga di fare da trait d’union per un nuovo tavolo contrattuale al MISE che per legge però deve essere richiesto dall’azienda.
Con i primi passi di risposta della Unicoop Tirreno si vedrà la direzione intrapresa, se verso Nord o ancora una volta verso Colleferro.
Costa troppo fare spesa alla coop non tutti si possono permettere di fare spesa il lavoro di vendita è calato. I prezzi sono troppo alti. Lo dico io che sono un trasportatore.