Colleferro, cosa ci dice il voto delle amministrative

Il 20 e 21 settembre, a Colleferro, il plebiscito che ha eletto Pierluigi Sanna nuovamente sindaco della città è assolutamente sotto gli occhi di tutti.

Il 75,09% dei consensi è un dato storico che regala al primo cittadino una maggioranza ampia, con addirittura 13 i consiglieri eletti tra le sue fila. Scarno il risultato del centrodestra invece che, spaccato dalle candidature di Rocco Sofi e Mario Cacciotti, elegge soltanto 3 rappresenti.

Prima però di entrare nel merito del risultato degli sconfitti, è importante concentrarsi sui numeri delle liste del centrosinistra e dei candidati di questo schieramento.

“Ripartiamo per Colleferro” si conferma prima forza politica della città, trainata soprattutto dai consensi di Giulio Calamita che, con 1035 preferenze personali, è il più votato di questa competizione elettorale. Ottimo, però, il risultato di Francesco Guadagno (575 voti) che, dopo l’esperienza di capogruppo, sembra proiettato verso un incarico di giunta.

Bisogna dire che, la mole impressionante di voti raccolti dal candidato sindaco ha sicuramente aiutato le liste ad aumentare il proprio consenso, anche se, nonostante il Partito Democratico sia la seconda forza politica della città, c’è un altro dato da analizzare con occhio attento.

La lista “Il Castello”, infatti, ha raccolto oltre 1600 voti e il capolista Marco Gabrielli è risultato il secondo più votato in città, con 607 preferenze personali. Sia la lista che il consigliere hanno letteralmente quadruplicato i voti, lanciando un segnale importante e raccogliendo, evidentemente, i risultanti dell’ottimo lavoro svolto negli ultimi 5 anni d’amministrazione. Da sottolineare, poi, il successo di Francesco Vitelli (235 voti) e Luigina Fagnani (188 voti).

Tra le altre liste spicca il risultato del già assessore Sara Zangrilli (557 voti) e dell’avvocato Emanuele Girolami (385 voti), forse proiettato verso un ruolo di grande prestigio istituzionale.

Tornando al PD, è qui che spicca un’altra grande sorpresa. Il giovane Daniele Tapurali, con 251 preferenze personali, si piazza secondo, superando gli uscenti Stendardo e Palombi. La già vicesindaco Diana Stanzani si conferma la più votata del partito con 285 preferenze.

Certo che, se nello schieramento di Sanna c’è abbondanza e euforia, nel centrodestra la debacle è stata totale. Forse più per Lega e Fratelli d’Italia che per Forza Italia.

Infatti, Mario Cacciotti, con un simbolo di partito obbiettivamente debole e con 2 liste civiche non certo competitive, riesce ad essere eletto e a raggiungere un dignitoso 7,47%. Il giudizio va dato analizzando anche la base di partenza dell’ex sindaco, Forza Italia non è più un partito che tira, bisogna riconoscerlo.

A tirare, invece, avrebbero dovuto i simboli di Fratelli d’Italia e Lega. Partiti che a livello nazionale, uniti, viaggiano oltre il 40% e che, invece, a Colleferro si fermano al 14,60. Addirittura la Lega non ha eletto nessun consigliere e non sarà rappresentata in consiglio comunale. Il partito della Meloni vedrà salire in Municipio l’avvocato Rocco Sofi e Fabio Patrizi, quest’ultimo coordinatore locale del partito e candidato più votato di tutto il centrodestra con 273 preferenze. Un risultato che apre una profonda riflessione nella destra colleferrina e che dovrebbe far sorgere qualche dubbio nella testa di chi è stato artefice di una tale disfatta.

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