Con noi Andrea Cipriani, avvocato, già presidente de “La Fenice Azienda Speciale Colleferro-Labico”
Grazie avvocato per aver accettato il nostro invito. Sei stato per tre anni presidente dell’azienda speciale “La Fenice”. Una sfida sicuramente impegnativa ma anche un’esperienza gratificante. Che società restituisci al comune di Colleferro?
Grazie Direttore per questa opportunità. La Fenice è risorta dalle ceneri, proprio da lì ha acquisito il suo nome e tanto vigore. Oggi è una società pubblica sana e virtuosa come poche lo sono sul territorio, un vero esempio da seguire. Non è affatto scontato che aziende pubbliche molto più strutturate seguiranno il nostro percorso e per tali ragioni sono felice di essere stato al timone di questo importante progetto. Ringrazio la mia squadra, fatta di persone preparate e leali, pronte ad aiutarsi l’una l’altra e con le quali si è creato una sinergia fortissima.
Mi ha affranto la decisione di presentare le dimissioni già diversi mesi fa, non accade mai in contesti così floridi, soprattutto se nel settore pubblico, ma sono venuti meno i presupposti con i vertici per andare avanti insieme. Un’altra cosa di cui sono dispiaciuto è di non aver proceduto alle formalità circa il passaggio di consegne che notoriamente avviene in tutti i campi manageriali.
Parliamo però dei successi. Quale la soddisfazione più grande durante questo percorso?
La soddisfazione più grande è stata quella di aver colpito positivamente i soci sulla ridistribuzione degli utili, con dei ricavi conseguiti in 3 anni di esercizio oltre ogni migliore previsione aziendale, coltivando la politica dello “zero affidamenti”. La lealtà poi fu contraddistinta dal fatto che decisi di fare a pezzi la carta di credito aziendale.
Le farmacie costituiscono il fiore all’occhiello della nostra comunità, ne abbiamo aperte due in soli tre anni, ma tutti i servizi sono stati riassettati fra molteplici riunioni e delibere di C.d.A., in combinato disposto con approvazioni di regolamenti aziendali.
Tutto questo nonostante il Covid che, appena aperti, ha tentato di metterci alle corde ma non ci è riuscito minimamente. Questo grazie anche al grande lavoro del Direttore Generale Dott. Ricci, per me un fratello più grande a cui “La Fenice” deve molto. Il nostro concetto è stato sempre confronto e lealtà. Amo definirci un team di professionisti a disposizione del territorio.
Venendo ad aspetti più umani. Come è stato il rapporto con i dipendenti della Fenice?
I rapporti con i dipendenti sono stati da subito ottimi. C’è tanta umanità, un solo procedimento disciplinare in 3 anni la dice lunga su quelle che sono state le prerogative dell’azienda. Porto con me tutti i messaggi di solidarietà ricevuti dei lavoratori quando hanno saputo del cambio di rotta. “L Fenice” è stato un florido e positivo bagaglio personale e di crescita che porterò nel mio cuore.
Grazie avvocato. In bocca al lupo per il futuro da parte mia e di tutta la redazione.
Ad major semper, torno sulla professione forense a 360 gradi, un affettuoso ringraziamento alla vostra testata giornalistica.