Start-up nata in Sicilia e arrivata fino a Miami, Coderblock è una realtà innovativa e un esempio di “Made in South of Italy” da ammirare e considerare fino in fondo. L’obiettivo, tra gli altri, è quello di mettere il Metaverso alla portata di piccole e medie imprese, oltre che delle grandi corporate. L’idea è quella di creare una tecnologia più facile da usare per chi abbia voglia di entrare nel Metaverso, per qualsiasi ragione, non solo professionale. Così, alle OGR di Torino, abbiamo intervistato Aura Nuccio, COO & Creative Director Coderblock, ed Eleonora Senini, Head of Sales Coderblock.
Cos’è “Coderblock”, da dove nasce e qual è la vostra mission?
E. S. Coderblock è un Metaverso dedicato al business. In verità, tuttavia, quando siamo partiti nel 2015 non era nei nostri piani creare un Metaverso. Volevamo solo creare degli uffici virtuali per mettere in connessione persone che lavorassero da remoto. Di lì durante la pandemia ci è stata fatta una richiesta particolare, abbiamo dovuto organizzare un evento natalizio. Nel corso della cena, abbiamo messo un maxischermo sul quale un dj proiettava live una sua performance. Questa operazione, oltre a darci un input importante che ci ha fatto capire le potenzialità della nostra tecnologia, ha anche creato unione in un momento in cui tutti erano separati. Così, ci siamo tuffati nell’organizzazione di eventi virtuali.
Cosa vi differenzia dai vostri competitor?
A. N. In primo luogo, lo stile. Noi abbiamo una connotazione fortemente “cartoon” che tuttavia si adegua alle richieste dei clienti. Un punto di forza è l’accessibilità. Infatti è facilissimo entrare su Coderblock: si clicca su un link e si entra nel Metaverso, senza neppure l’obbligo di indossare un visore. In futuro integreremo il visore come una scelta facoltativa dell’utente, per rendere ancor più immersiva la sua esperienza, anche con la possibilità di collegarsi da mobile. Ora è accessibile da web.
Qual è il vostro target di riferimento?
E. S. Oggi il Metaverso apre le porte a potenziali infiniti target. Ci stiamo interfacciando con realtà di tutti i generi, mondo del travel, degli eventi, lavoriamo anche con un ospedale per integrare la telemedicina all’interno della piattaforma. Quando eravamo partiti, avevamo identificato quattro principali vertical: uffici, eventi, formazione, shopping. Il bello del Metaverso, però, è che sta aprendo le porte a tutti. È cambiata anche la richiesta, perché inizialmente i clienti non capivano l’utilità di entrare in un ambiente virtuale, oggi ogni azienda ci chiede come possa trasformare il proprio business per inserirlo nel Metaverso. Il nostro cliente potenziale adesso è chiunque.
Qual è la differenza tra il muoversi in ambienti singoli virtuali e nel Metaverso?
A. N. Un ambiente singolo ha dei limiti precisi, un Metaverso è molto differente. Su Coderblock ci si collega e si arriva in una sorta di piazza virtuale dove si incontrano altri utenti, che sono già dentro per ragioni disparate, dal gaming al lavoro. Così si entra in contatto con nuova gente e nuovi potenziali clienti, se si parla di aziende. Una cosa che mi preme sottolineare è che oggi occorre guardare al Metaverso con un’ottica più positiva, poiché finora si è visto come un mondo distopico. Per noi non è così, ma il Metaverso è una seconda opportunità di business per le aziende o per chi non può partecipare a un evento. Il virtuale dà una possibilità in più da aggiungersi al “fisico”.