COBRA, l’asse che potrebbe cambiare il Sudamerica

Il Sudamerica è uno dei mercati emergenti più vibranti e promettenti del pianeta, un subcontinente in cui risiede il 6% della popolazione mondiale e che abbonda di risorse naturali, giacimenti vergini e terre da coltivare.

Mosaico di culture, popoli e lingue, che è molto più sfaccettato delle apparenze ispaniche, il Sudamerica è il polmone dell’Emisfero occidentale e, per mezzo del MERCOSUR, è anche uno dei più grandi blocchi commerciali della globalizzazione. Ma non è un blocco geopolitico coeso, anche perché tanta e crescente è la polarizzazione tra le nuove destre e le sinistre, e non lo sarà fino a quando gli mancherà una leadership.

Un asse tra Colombia e Brasile modellato secondo il formato dell’intesa franco-tedesca potrebbe dare al Sudamerica la leadership necessaria alla trasmutazione da comunità commerciale in ordine sparso a blocco geopolitico in grado di fare la differenza a livello internazionale.

Quanto potrebbe valere il duo COBRA

Colombia e Brasile hanno le carte in regola per trasformarsi nell’equivalente sudamericano dell’asse Parigi-Berlino. Non soltanto godono della maggiore influenza culturale nel e del subcontinente, che viene esercitata esportando arte, letteratura, musica e telenovele, ma demografia, ricchezza naturale e altri fattori rendono i due paesi una locomotiva geoeconomica in potenza.

Colombia e Brasile, insieme, rappresentano il 61% della popolazione sudamericana e il 64% del prodotto interno lordo del subcontinente, del quale peraltro soddisfano il 34,4% della domanda di gas naturale. Il loro contributo all’economia regionale e globale è impressionante già oggi, in assenza di coordinamento, e potrebbe crescere significativamente se le classi dirigenti decidessero di dare vita al COBRA.

Unendo i numeri dei due paesi in un tutt’uno, come se COBRA fosse realtà, il quadro che ne emerge è il seguente:

  • 18% della produzione bananifera mondiale (2023);
  • 26% della produzione zuccheriera mondiale (2023);
  • 46% della produzione caffeicola mondiale (2023);
  • 71,5% della produzione mondiale di gemme (2022);
  • 81,45% delle riserve carbonifere sudamericane (2021);

Le percentuali di cui sopra, da sommare all’esistenza di giacimenti solo parzialmente sfruttati e talvolta completamente vergini e da mappare di cobalto, nickel, rame, terre rare e litio, rendono il duo COBRA un potenziale game-changer nello scenario geoeconomico mondiale, oltre che latinoamericano.

Vedrà mai luce COBRA?

Un asse strategico tra Colombia e Brasile è, al momento, anni luce dalla materializzazione. Il Brasile ha storicamente visto nell’Argentina il partner ideale per co-liderare il Sudamerica, mentre la Colombia, complice durata e durezza della guerra civile, ha iniziato ad avere un’idea globale di sé soltanto negli anni recenti.

La congiuntura internazionale non è mai stata così favorevole per l’area CoBra: Brasilia è alla ricerca di un partner con cui co-guidare il Sudamerica dopo l’allontanamento da Buenos Aires, Bogotá è incamminata verso la pacificazione mentre la cintura di Bolívar vive un momento anarchico, a presiedere i due paesi si trovano due leader con un trascorso e una visione del mondo simili, la competizione tra grandi potenze è una sfida-opportunità che, se maneggiata con destrezza, potrebbe significare più crescita, sviluppo, influenza e investimenti.

Il Sudamerica ha bisogno di una leadership che sappia cogliere il lungo attimo della competizione tra grandi potenze e innescare l’avvio di una decada dorada. Dinamiche domestiche e fattori esterni rendono Colombia e Brasile le uniche potenze emergenti del subcontinente in grado di fondere abilità e risorse in una cabina di regia alla franco-tedesca. Il possibile ingresso della Colombia nei BRICS+ patrocinato dal Brasile potrebbe essere il primo importante passo verso la nascita di questo asse, a patto di volerlo.

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