Dopo sette anni, torna El Niño: lo ha annunciato l’Organizzazione Meteorologica Mondiale in un comunicato pubblicato il 3 maggio.
Si tratta di un fenomeno climatico che provoca il riscaldamento delle acque del Pacifico. È causato dalle variazioni della pressione atmosferica, in grado di rallentare o invertire la direzione dei venti che soffiano da est a ovest lungo il Pacifico.
El Niño si manifesta ciclicamente ogni sette anni, tra dicembre e gennaio.
Gli esperti hanno previsto che il fenomeno si sarebbe sviluppato a partire da maggio e che interesserà la seconda metà del 2023:
«C’è una probabilità del 60% di una transizione del Niño durante maggio-luglio 2023, e questo aumenterà a circa il 70% in giugno-agosto e all’80% tra luglio e settembre».
Gli effetti sul clima
In un report pubblicato sul proprio sito ufficiale, l’OMM ha posto l’attenzione sul cambiamento climatico: analizzando i dati relativi al 2022, dallo studio emerge una maggiore concentrazione di gas serra e CO2 nell’atmosfera rispetto agli anni precedenti.
Questi elementi sono responsabili delle alte temperature che provocano l’innalzamento del livello del mare, l’acidificazione degli oceani e lo scioglimento dei ghiacciai.
A livello globale, il fenomeno comporta un aumento di temperatura pari a 0,2 gradi Celsius, incidendo profondamente sulle dinamiche atmosferiche e quindi sul clima.
A questo si aggiungono gli effetti del Niño: forti piogge in zone poco piovose, come l’Ecuador e il Perù, e siccità in Indonesia e in Australia.
L’allarme degli esperti
El Niño torna dopo un triennio segnato dal fenomeno climatico opposto, denominato La Niña, che ha provocato il raffreddamento del Pacifico tropicale centrale e orientale.
I vari governi hanno espresso la massima allerta per gli effetti del Niño.
Il segretario generale dell’OMM, Petteri Taalas, ha dato l’allarme e ha esortato i governi più a rischio ad agire per limitare i danni del fenomeno climatico.
«L’arrivo del Niño aumenterà di molto la probabilità di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del mondo e degli oceani.
Auspichiamo che i governi si preparino a limitare gli impatti su salute, ecosistemi ed economie. Avvisi tempestivi e azioni preventive sono essenziali per salvare vite durante gli eventi meteorologici estremi».
Iniziative dei governi
El Niño potrebbe avere effetti devastanti sul clima, incidendo ancora di più sulle conseguenze del riscaldamento globale.
I vari governi stanno proponendo delle iniziative in merito, per ridurre i danni sugli esseri viventi e sugli ecosistemi.
Anche l’Unione Europea ha deciso di agire.
Nel 2016 è stato stipulato l’Accordo di Parigi, firmato dagli Stati membri dell’UE, il cui obiettivo era quello di rispondere alla minaccia del cambiamento climatico.
L’UE ha deciso di rinnovare il proprio impegno espresso nell’Accordo e il 19 aprile 2023 ha pubblicato un regolamento con il quale intende vigilare sui comportamenti degli Stati membri in merito alle emissioni di gas serra fissando degli obiettivi nazionali per la riduzione delle emissioni di gas inquinanti, con l’intento di ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 e di raggiungere la quota zero di emissioni CO2 entro il 2050.