Cinque motivi per scegliere – o non scegliere – bandersnatch

“Bandersnatch” è un episodio speciale della serie “Black Mirror”,
creata da Charlie Brooker . Chi conosce la seria sa quanto
sia”distopica”. Se non avete ancora visto questa serie e cercate
qualcosa che non vi faccia dormire la notte, avete concluso la vostra
ricerca. Potreste arrivare, come effetto collaterale, ad coprire la
webcam del vostro PC con lo scotch, per scongiurare il pericolo di
essere spiati da entità sconosciute.
La serie è antologica: potete vagare liberamente tra gli episodi delle
quattro stagioni, senza dover seguire un ordine cronologico (anche se
i rimandi interni sono numerosi e non sfuggono ai fan che conoscono
bene la serie). Avete presente “American Horror Story” e la comodità
di un nucleo narrativo che si esaurisce in una sola stagione? “Black
Mirror” ottiene lo stesso effetto in una puntata, senza far perdere di
vista un’ambientazione globale ipertecnologica e malata, rovinosa e
distopica fino all’inverosimile; il tutto, all’interno di una vaga
atmosfera anni ’80.
“Bandersnatch” si inserisce in questo universo distopico come episodio
interattivo. Guardare l’episodio significa prendere delle decisioni al
posto del protagonista, che viene progressivamente guidato verso
situazioni intermedie e conclusioni, tutte dipendenti, pare, dalle
scelte offerte a chi guarda l’episodio. Ispirato alla struttura del
librogame, “Bandersnatch” racconta la “formazione al contrario” di
Stefan, genio della programmazione, alle prese con la trasposizione in
videogame del suo librogame preferito. L’abilità di Stephan, però, si
scontra con i suoi problemi: il ragazzo, progressivamente, si convince
di non essere il vero artefice delle sue scelte quotidiane. Questa
convinzione mina la sua salute mentale, già gravemente compromessa
dalla perdita della madre in tenera età.

Se ancora non siete su Netflix, ecco sei motivi decisivi per non
perdervi “Bandersnatch”.
1 – Il tema del libero arbitrio
Dalla Genesi in poi, l’essere umano coglie il valore delle sue scelte
libere e sa che attribuirle a qualcun altro significa, talvolta,
delegarne la responsabilità. “Bandersnatch” non esplora semplicemente
il tema del libero arbitrio, ma offre anche, allo spettatore
criticamente aperto, la possibilità di sperimentarlo nel concreto.
Dirigere le scelte dei personaggi, inizialmente, sembra un giochino
divertente, un modo diverso dal solito per intrattenere il pubblico.
Eppure, con un po’ di attenzione, ci si rende conto di essere
trascinati verso una direzione ben precisa…
2 – L’identificazione è un elisir – o un veleno?
Stefan decide di creare un videogame a partire dal suo librogame
preferito, scritto dall’autore Jerome F. Davies, il suo modello. Non è
insolito, si chiama identificazione ed è uno dei processi letterari
più fecondi a cui una persona possa andare incontro: è straordinario
avere un auctor del cuore che indichi la strada da percorrere.
Attenzione, però: non è detto che sia sano riporre la propria fiducia,
completamente, nelle parole di un altro essere umano, soprattutto
quando si tratta di letteratura…
3 – Colin
Will Poulter interpreta Colin, altro genio del videogame, più grande
di Stefan e con tanto di carriera avviata e famiglia al seguito
(sembra quasi normale, finché non spuntano fuori gli stupefacenti).
Biondo e cool, dotato di in un aplomb incrollabile, Colin sembra
essere il solo personaggio veramente padrone del suo destino,
pienamente consapevole del prezzo dell’arte e del genio creativo.
Peccato che Poulter, in seguito alla sua interpretazione, abbia dovuto
chiudere Twitter per isolarsi dagli haters, e non è certo da
biasimare: va bene accettare le critiche costruttive, ma riequilibrare
il rapporto con la connessione costante col resto del mondo è una
decisione sana. Proprio una scelta da Colin!
4 – Il genio si distrugge
Stefan e Davies sono due personaggi geniali, ma decisamente orientati
verso l’autodistruzione: il successo si paga, la grandezza pure, e non
tutti sono così distaccati come Colin, che riesce a convivere con la
sua parte creativa con una certa grazia (o forse, è tutto merito degli
stupefacenti).
5 – #blackgame
La pagina Instagram di Netflix Italia sta organizzando, proprio in
questi giorni, un esperimento ispirato a “Bandersnatch”: sono state
scelte delle persone assolutamente normali, che potremmo incontrare
ogni giorno per strada o in metro. Per un giorno a testa, le loro
azioni saranno determinate dalle scelte che il popolo di Instagram
esprimerà votando i sondaggi nelle stories della pagina.
Quindi occhio! Potreste incontrare il prossimo Stefan… o forse, il
prossimo Stefan potreste essere voi.

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