Ciabatteria Maffei fa parte della quarta seria di Tetra Edizioni pubblicata a marzo 2023.
Graziano Gala racconta la storia di Mino Maffei, un bambino che assiste al declino della propria famiglia. Un bambino senza scuola e senza niente, che vive tra un padre violento e una madre che non sa reagire, dunque due genitori incapaci di amare un figlio.
La prima immagine che si incontra in questo racconto è quella di una credenza piena di lettere e di un padre incurante del destino della propria famiglia: gli interessa solo quanto possa avvenire sul suo piccolo tavolo. A Giuno Maffei non importa nulla della credenza e delle lettere, di quella donna e di quel bambino “cognomati come lui ma per lui così stranieri”. Così Gange, la madre, stava attenta a non sfiorare i bordi di quel tavolo, evitando un mare pieno di squali e quindi il marito.
Mino, per evitare la violenza del padre, tenta un gioco di equilibri, imparato dalla madre, attraverso l’immagine del mare e dei pirati. Si crea un percorso da fare in punta di piedi, calcolato per evitare le mani del padre. Il bambino è costretto a non andare a scuola seppur l’età lo richieda. Così la sua quotidianità è fatta del naufragio di questa casa raccontato attraverso il campo semantico del mare e della pirateria, come se alla fine Mino volesse dare alla sua famiglia un’immagine eroica.
A peggiorare la situazione è l’arrivo di un ufficiale giudiziario, Ario, e di una lettera che nessuno sa leggere: è l’inizio di un sequestro, di un compromesso e dell’ennesimo fallimento.
Gala scrive una storia che segna il lettore attraverso la figura di un bambino di soli otto anni in una continua ricerca di salvezza. Mino porta avanti una lotta contro il mondo, contro la miseria in cui vive, e lo fa da solo. Si prova rabbia perché al centro vi è questo gioco dei pirati usato per fuggire dalla violenza paterna, quanto in realtà un bambino dovrebbe giocare col padre. Se Mino sfiora il tavolo, il rischio è quello degli schiaffi: così quando compie il percorso, il lettore resta col fiato sospeso perché sembra quasi che uscirne indenni sia un miracolo.
È una storia di dolore e di paura accompagnati da una scrittura che ne dona musicalità. Un racconto che viene definito una filastrocca così da non stancare mai chi la legge. Una storia quasi in rima che accompagna il lettore in questa casa, nelle vicende della famiglia, a sperare che quel bambino possa salvarsi.
Gala racconta con semplicità la realtà di Mino, quella dei maltratti: il lettore viene portato dinanzi alla miseria senza artifizio, perché questa realtà esiste e va affrontata per quella che è, non si può nascondere. Bisogna essere concreti.
La bellezza della scrittura di Gala sta anche nella scelta del linguaggio e del dialetto, garantendo un maggior grado di realismo e di immedesimazione col mondo dei protagonisti.
Il dialetto protagonista anche di Sangue di Giuda (minimum fax, 2021), romanzo d’esordio, in cui Gala mescola italiano e dialetto. Ciò che accomuna Giuda e Mino è la continua fuga dal dolore e dalla miseria, la loro innocenza. Storie da un forte impatto emotivo.