Chiara Biasi e quell’italica voglia di odiare chi sta meglio di noi

Bella non è bella, è bellissima. Ma l’influencer ha fatto adirare il web perché, in merito ad una richiesta lavorativa, ha risposto in questo modo: “Io per 80 mila euro non mi alzo nemmeno dal letto al mattino e mi pettino”.

E allora giù con insulti sui social, bacchettoni di tutti i tipi a menarla con la morale, persino politici, come il protocomunista Fratoianni di turno, a caccia del voto utile che citano i famosi “ragazzi che per 1200 euro spaccherebbero il mondo e lei, invece…”.

Da ragazzo che di stipendio fisso non ne ha, lo dico: ha fatto bene. La ragazza, facendo l’influencer, guadagna circa 2 milioni di euro annui.

Antipatica? Probabile. Presuntuosa? Probabilissimo. Ma son soldi suoi. Che ha fatto da sé e nessuno sa ne immagina se abbia o meno dovuto sudare le 7 fantomatiche camicie, ma son suoi.

E, sorpresa delle sorprese, non sono soldi pubblici, ma di privati, per cui il suo guadagno non va a toccare il denaro dei contribuenti, anzi, alimenta l’economia.

Brutto da dirsi, ma al livellamento verso il basso dovremmo preferire gli individui che riescono ad emergere. Purtroppo in Italia, con questa mentalità pauperista e comunista, gli imprenditori anziché essere sostenuti sono la categoria sociale più odiata e osteggiata.

La ragazza si è messa in discussione, ha rischiato, ha puntato su di un mestiere ancora vilipeso (e sarebbe il caso di capire che il futuro sta nelle grandi reti) ed ha fatto jackpot: complimenti a lei.

Un po’ meno a chi fa la morale solamente perché non ha il suo stesso successo: e posso dirlo perché io uno stipendio fisso non ce l’ho.

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