Il Movimento 5 Stelle e la mannaia della mala burocrazia a discapito dei cittadini.
Tutti ricorderanno la celebre scena del film “Non ci resta che piangere” con Roberto Benigni e Massimo Troisi. I due viaggiatori si trovavano ad attraversare il confine della Signoria fiorentina, e un integerrimo guardiano continuava a domandare: “Chi siete? Da dove venite? Cosa portate? Dove andate? Un Fiorino!” ad ogni minimo movimento alla dogana. Così ai poveri viaggiatori una volta gli cadeva un sacco di farina, un’altra volta perdevano qualcos’altro e venivano richiamati e bloccati. Troisi, spazientito dalla bizzarra circostanza con un vivace “Vaffa” risolve la situazione proseguendo il cammino. Questa scena altro non voleva raffigurare la cecità della burocrazia rispetto alle esigenze dei cittadini, una burocrazia priva di buon senso e di pragmatismo. Cosa cambia dalla mannaia governativa che si ha oggi in Italia? Le incompetenze dei rappresentanti dei 5 stelle sono dilaganti, un progetto che premia l’ignoranza e la “normalità”. Hanno costruito la loro politica sulle emozioni delle persone manipolandole, aderite al movimento e siete tutti “speciali” e “onesti” gli altri sono i cattivi. E così i nuovi “partigiani” dell’Italia vanno avanti pensando solo ai consensi, che sono in netto calo, e al furor di popolo. Ma al bene comune chi ci pensa? Roma e Torino nonostante le grandi vittorie ottenute sono città a cui è stata negata l’armonia, la speranza il lustro! La Capitale d’Italia ridicolizzata prima da Spelacchio poi Spezzacchio, giusto per citare il caso più folcloristico, per non parlare dei fondi bloccati che non sanno amministrare o delle Olimpiadi negate. Il movimento 5 stelle ha basato tutta la sua politica, e quindi tutto il suo richiamo popolare sul fatto che sono “diversi dagli altri partiti” ma in cosa ancora nessuno lo sa. E’ facile non assumere responsabilità e quindi non sbagliare, ma scusate io preferisco quelli che fanno e sbagliano almeno un’opportunità di fare meglio ce la fanno giocare, il proibizionismo lo abbiamo lasciato negli 30. E per chiosare il titolo del film menzionato all’inizio, con cognizione di causa “Non ci resta che piangere”. Ah no, questo l’aveva già fatto la Fornero, allora ai posteri l’ardua sentenza!