Caso Melek Ipek: una rivincita per l’oriente

Dopo un mese dall’uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne, arriva una bella notizia per la giustizia del paese: Melek Ipek, 31 anni di Antalya è stata assolta dall’accusa di omicidio del marito che dall’età di 18 anni abusava di lei. Il tribunale turco ha deciso di respingere il caso, perché si tratta di legittima difesa.

Ricordiamo che Melek è stata trattenuta una notte, ammanettata nuda e picchiata per ore dal marito violento, minacciandola di uccidere le loro due figlie di età 9 e 7 anni. È stata arrestata a gennaio, dopo essere riuscita a liberarsi, impugnare un fucile da caccia e ucciderlo. Ha chiamato lei stessa la polizia della sua città sapendo di finire sotto processo e rischiare l’ergastolo.

Ovviamente, dopo la decisione della Turchia un mese fa, non poteva che diventare un caso nazionale e politico. Questa volta, a sorpresa di tutti, in positivo: nonostante il procuratore l’avesse condannata a 6 anni di carcere, il tribunale ha deciso di respingere il caso, anche sulla base delle testimonianze dei vicini di casa e soprattutto delle due figlie.

Ci sono due fazioni, una a favore della Melek e una contro, di natura conservatoria. La prima formata dalle varie associazioni del Paese contro la violenza sulle donne, tra cui quella della città Antalya “Antalya Feminist Kolektif”. Stanno lottando affinché il caso diventi un esempio per tutti, sia a livello nazionale sia internazionale. Dichiarano che se la 31enne avesse ricevuto sostegno e avesse fatto un percorso psicologico dopo le violenze il processo non ci sarebbe stato perché non avrebbe ucciso.

Purtroppo, le donne in Turchia hanno subito un duro colpo. Sì, è vero ci sono le leggi che le difendono ma non abbastanza. O comunque, non vengono del tutto applicate ed alcune sono state anche tolte. L’obiettivo di Erdoğan, si sa, è sempre stato quello di riportare il paese alla vecchia gloria orientale, con i principi tradizionali e islamici al primo posto ed eliminare qualsiasi traccia occidentale dei suoi predecessori. Punta alla famiglia tradizionale, cosa non male se non fosse che, ad esempio, l’età del consenso è passata da 18 a 12 anni. Dal 2009, cioè da quando lui è stato primo ministro fino al 2014, poi divenuto presidente, si registrano 1 omicidio al giorno 65 in 65 giorni). 300 sono le vittime che non hanno il coraggio di denunciare o che accettano la violenza.

Secondo i conservatori il provvedimento rovina l’unità familiare, incoraggia il divorzio e lascia spazio alla comunità Lgbt. Il vicepresidente turco, Fiat Oktay, ha detto che il ritiro dalla Convenzione è la soluzione per «elevare la dignità delle donne turche» è «nelle nostre tradizioni e nei nostri costumi», non nell’imitazione di esempi esterni.

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