L’Auditorium “Leone XIII” di Carpineto Romano ha un nuovo direttore artistico: Riccardo Verde; classe ’66, nativo di Napoli – eterna culla della commedia italiana – e una passione sconfinata per il teatro.
Il mandato è stato formalizzato nel presto pomeriggio di lunedì 8 giugno negli uffici del comune lepino, il quale potrà finalmente rilanciare (a costo zero) un importante comparto culturale, repentinamente frenato dall’espansione del COVID-19 sull’intero territorio nazionale.
Una volta ufficializzato l’incarico, noi di Lanterna abbiamo posto qualche domanda al neo direttore artistico, già al lavoro per redigere una pianificazione a lungo termine.
Riccardo, da dove nasce questa passione per il teatro e cosa ti ha spinto a candidarti per la posizione di direttore artistico dell’Auditorium “Leone XIII” del Comune di Carpineto Romano?
“Una passione di famiglia tramandata da mio padre, amante del teatro e della poesia, e da mio zio paterno, grande conoscitore dell’opera lirica. Da bambino fu proprio lui a farmi scoprire e visitare il primo teatro: un battesimo di emozioni al cospetto del meraviglioso Teatro San Carlo di Napoli.
Così nacque il vivo desiderio di assistere a commedie teatrali di un certo spessore al pari della classica ‘sceneggiata napoletana’: il faro principale diventò il grande Eduardo De Filippo. Nel tempo, tuttavia, ho imparato ad apprezzare e a formare il mio personale ‘modus operandi teatrale’ attraverso le commedie scritte e interpretate da Vincenzo Salemme, Maurizio Casagrande, Carlo Buccirosso e Biagio Izzo.
L’amore per il teatro mi ha spinto a candidarmi per la posizione di direttore artistico dell’Auditorium di Carpineto Romano, il quale coincide con un affetto leale e sincero che mi lega a questa splendida comunità dall’ormai lontano 1994.”
Ci puoi illustrare i progetti che caratterizzeranno i prossimi anni?
“Il piano è quello di far conoscere Carpineto Romano anche attraverso il teatro, non solo professionale ma anche amatoriale, che non si limiti alla sola Regione Lazio ma che sia capace di estendersi lungo l’intera penisola. Pertanto, il primo progetto riguarderà l’attuazione di una rassegna teatrale amatoriale rivolta a tutte le Compagnie esistenti in Italia, mediante apposito bando concorsuale.
Ciò contribuirà, senza ombra di dubbio, alla creazione di scambi interculturali tra regioni – e rispettive culture teatrali – e al contempo alla scoperta di nuove autrici/autori nonché attrici/attori che possano ben figurare con i loro spettacoli.”
La pandemia da COVID-19 ha causato non pochi disagi all’interno del mondo teatrale, i cui battenti riapriranno il prossimo 15 giugno: norme e metodi previsti contribuiranno in modo positivo alla ripartenza?
“È bene ricordare che lo spettacolo teatrale va inteso ‘dal vivo’, per cui non esistono alternative possibili; il teatro in streaming/tv è una soluzione temporanea priva dell’immediatezza necessaria e dell’interazione col pubblico, da cui scaturisce un’atmosfera unica, stretta e reale.
Durante il lockdown abbiamo riscoperto tutti una grande forza, coesione e unità d’intenti: ‘vivere i balconi’ come palcoscenici per cantare, ballare e suonare è stata in fondo una forma di teatralità allo stato puro.
Il decreto è determinato: distanziamento sociale per chi si trova sul palco, metà dei posti disponibili per il pubblico (ergo metà dei biglietti venduti) e divieto d’utilizzo dei servizi igienici collegati ai costi di sanificazione.
Tutto ciò comporta l’impossibilità di fare teatro al chiuso e, di conseguenza, resta la speranza di poter usufruire di spazi all’aperto: un’occasione stimolante e coinvolgente soprattutto per i giovani. Magari portare in scena uno spettacolo leggero, divertente e allegro, potrebbe rappresentare un importante punto di ri-partenza.”
In chiusura: quale futuro auspichi per il “teatro carpinetano”?
“In primis vorrei rivolgere un sentito ringraziamento all’Amministrazione Comunale di Carpineto Romano con la quale, sono certo, si instaurerà una fattiva collaborazione attraverso una nuova serie di spettacoli per il pubblico.
In merito alle conseguenze della crisi pandemica sono ottimista e mi auguro si possa trovare rapidamente una soluzione sia per il teatro professionale che per quello amatoriale, nello specifico quello carpinetano, il quale sarà maggiormente valorizzato dalla passione e dal coinvolgimento di tutta la cittadinanza, che assiste annualmente agli spettacoli proposti facendo registrare sempre il sold-out. Work in progress, vi aspettiamo!”