Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”, scriveva così: “Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente”.
Ed è, permettetemi di aggiungere “purtroppo”, il motto dei Siciliani, il motto che accompagna la Regione Siciliana.
Cambiare tutto per non cambiare nulla, è ciò che avviene sistematicamente ad ogni elezione Regionale ed in parte anche comunale.
Perché dico questo, e mi aggancio così al problema del “carovoli”, dico questo perché passano i giorni, passano i mesi, passano gli anni, passano i governi, passano le legislature ma in Sicilia non cambia nulla.
Se le Regioni, in particolar modo settentrionali, negli ultimi 20 – 30 anni hanno effettuato un serio e importante “upgrade” in quasi tutti i settori, in Sicilia – ma in generale nel meridione – è stato effettuato un “downgrade” incessante.
Strade, autostrade, ferrovie – per elencare solamente le infrastrutture, altrimenti la lista sarebbe lunghissima – totalmente inesistenti.
Cantieri infiniti, lavori che si protraggono per anni anche per le opere minori (lo svincolo di “Bicocca” che porta alla tangenziale di Catania è stato chiuso per 3 ANNI), ferrovie a binario unico e così via.
Noi siciliani, per forza di cose, siamo costretti a spostarci dall’isola tramite le compagnie aeree.
Se ricordate – scrissi un articolo a tema – nel mese di dicembre si alzò giustamente un polverone circa i costi abnormi delle compagnie aeree per le festività natalizie.
Polemiche su polemiche, manifestazioni su manifestazioni, sta di fatto che da quel dicembre non è praticamente cambiato nulla.
Prezzi ancor’oggi esorbitanti, prezzi folli, prezzi che costringono, in pratica, a non spostarsi e quindi rendere la Sicilia totalmente isolata.
La settimana scorsa si è svolta la prima riunione dell’Osservatorio regionale per il trasporto aereo, l’organismo fortemente voluto dal presidente della Regione Renato Schifani per monitorare il traffico aereo da e per la Sicilia e contrastare l’aumento esorbitante delle tariffe, specialmente nei periodi di alta stagione.
“Abbiamo l’obbligo di far viaggiare i venti milioni di passeggeri che transitano dai nostri scali a prezzi più ridotti. L’insediamento dell’Osservatorio è un altro passo che il governo fa dopo l’esposto del all’Antitrust e l’arrivo di un terzo vettore che collegherà la Sicilia col continente”, queste le parole dell’Assessore Regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò.
È sicuramente un primo passo tra i mille da fare, ma siamo sicuri che – come da tradizione siciliana – non cadrà nel dimenticatoio?
La speranza è – grazie o meno all’osservatorio – che si trovi una celere soluzione, perché è assurdo essere costretti a pagare simili cifre per viaggiare nello stesso Paese.