In Supremae praeminentia Dignitatis, questo il nome della bolla papale emanata da papa Bonifacio VIII con cui il Santo Padre, il 20 aprile 1303, fondò lo Studium Urbis, l’Università di Roma.
719 anni dopo, la Sapienza è ancora «il cuore della classicità ma con lo sguardo rivolto al futuro», come sottolinea la Magnifica Rettrice Antonella Polimeni ai microfoni del Tg1.
Se a livello globale le università italiane crescono nei ranking, rimanendo comunque piuttosto distanti dalle cugine britanniche o statunitensi, per ciò che concerne gli Studi Classici La Sapienza si posiziona prima classificata davanti ad Oxford e Cambridge, con un punteggio di 99.2/100. Un successo da non sottovalutare, perché in un epoca sempre rivolta alle nuove tecnologie e alle rivendicazioni sociali, guardare al passato non è rimanere ancorati bensì scovare il modo migliore per affrontare il futuro.
Le celebrazioni si aprono nella suggestiva Aula magna del Rettorato, dove campeggia il discusso “L’Italia tra le Arti e le Scienze” del pittore Mario Sironi. Il quadro era stato ricoperto da carta da parati nel dopoguerra e durante la “defascistizzazione” voluta nel 1950, l’opera fu ridipinta da Marzano, cancellando i riferimenti del Ventennio. Tramite i fondi Mibact, nel 2017, è tornato visibile nella sua forma originaria, dopo due anni di restauro.
Questo antefatto è curioso e significativo, perché tende a farci capire come ogni edificio, ogni aula, ogni mattonella siano usurate dallo scorrere del tempo ma anche della storia che plasma l’Ateneo, rendendolo il locus amoenus nel quale i fantasmi degli illustri del passato muovono le coscienze dei giovani studenti.
Il fragoroso applauso riporta per qualche secondo le menti a quando la pandemia ha svuotato le aule dai confronti e delle celebrazioni e che, oggi, risuonano anche per quei mesi bui.
Dopo il benvenuto della Magnifica Rettrice Antonella Polimeni, prende la parola Simonetta Ranalli, direttrice generale, la quale ricorda i successi nonché l’importanza che ha rivestito a livello sociale-economico-culturale il suo essere protagonista nella storia. Per affrontare le sfide del futuro, un tassello cruciale sarà quello di sfruttare al meglio i fondi del PNNR per garantire agli oltre 110.000 le migliori possibilità per affrontare la carriera accademica. Di notevole interesse v’è la statistica che vede La Sapienza con un aumento delle immatricolazioni pari al +8% (https://www.tecnicadellascuola.it/polimeni-la-sapienza-ad-ottobre-tutti-in-presenza-video-intervista) nei confronti di una media nazionale che vede le immatricolazioni nelle medio-grandi università in calo. D’altro canto, la Dottoressa Ranalli tende a dare un peso specifico alla solidità di bilancio che permetterà alla Sapienza di continuare nella strutturazione di nuovi progetti.
Maria Sabrina Sarto, protettrice alla ricerca, lancia la piattaforma ricerc@sapienza, il portale della ricerca di Ateneo.
Unico esempio italiano di una piattaforma che colleziona, struttura ed espone in modo integrato le attività di ricerca e i prodotti della ricerca dei docenti e ricercatori di Sapienza e dei suoi Dipartimenti, con lo scopo di favorire la fruibilità e lo scambio delle informazioni, la contaminazione e la disseminazione culturale. La comunità scientifica dell’Ateneo ha sempre rivestito una parte cruciale, tanto nella società accademica quanto a livello culturale.
Si potrebbe passare una giornata intera a narrare i fasti dell’università ma questo anniversario non serve a questa futile retorica bensì a divenire palcoscenico per le storie dei vincitori di premi internazionali per la ricerca in campo scientifico e umanistico nonché per coloro che si sono distinti nello sport, valore aggiunto della Sapienza, la quale gli affida un ruolo cruciale tanto psico-pedagogico quanto di benessere corporeo.
Questa giornata è stata anche l’occasione di parlare di libri antichi e di restauri ma, nel sottotesto, c’è stato molto di più.
A celebrarla c’è lo studente fuorisede, che passa più tempo sul treno che a dormire pur di frequentare le lezioni; ci sono sono le famiglie che investono nell’istruzione dei propri figli; ci sono le donne in gravidanza e i lavoratori; ci sono coloro che sono affetti da disabilità e quelli che decidono di iscriversi nonostante l’età adulta. A celebrarla ci sono quelli che studiano all’estero e chi, dall’estero, è venuto, perché sognava di studiare alla Sapienza. A celebrarla c’è una comunità viva di studenti che si impegna in associazioni, sindacati, lotte per i lavoratori e per le tematiche importanti della società contemporanea. A celebrarla c’è chi si confronta, chi discute, chi studia alle cinque di mattina e chi passa le estati a preparare la tesi.
Oggi, gli studenti celebrano la Sapienza ma anche l’Università celebra chi, nel corso di questi 719 anni, ha percorso quelle stesse mattonelle con le mani ad afferrare il passato, con i piedi fermi sul presente ma con gli occhi rivolti al futuro.