L’emissione del BTP Italia fatta tra il 18 e il 22 Maggio 2020 con l’ammontare complessivamente emesso, pari a 22.297,606 milioni di euro, ha segnato un “record assoluto” stando al comunicato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e un “grande successo” per il suo titolare Gualtieri. Sarà così?
Cosa sono i BTP Italia
I BTP Italia non sono emessi con il meccanismo tradizionale dell’asta, ma con la piattaforma MOT (che semplifica l’acquisto e lo permette a chiunque). Sono indicizzati all’inflazione italiana. Talvolta hanno premi per chi li conserva fino alla scadenza. In generale sono titoli pensati soprattutto per le esigenze dei risparmiatori e degli investitori retail. Hanno fatto la loro comparsa nel 2012 con Monti, e quella di Maggio 2020 è stata la loro sedicesima emissione.
Perchè emettere BTP Italia
Il Tesoro si finanzia con diversi strumenti per attirare diversi investitori e mitigare di conseguenza i tassi pagati e i rischi che si corrono. BTP classici in primis ma anche BOT, CCT, CTZ, Estero, BTP €i, BTP atipici, e appunto i BTP Italia. Nelle linee guida di Aprile 2020 sulla gestione del debito pubblico il Ministero di via XX Settembre specificava che i BTP Italia sarebbero stati emessi “al fine di consentire un coinvolgimento più ampio degli investitori retail” e che l’obiettivo sarebbe stato “quello di contribuire alla copertura dei provvedimenti già varati e ancora da varare da parte del Governo per fronteggiare la crisi sanitaria ed economico-finanziaria prodotta dalla diffusione del virus Covid-19”.
Essi però non sono la panacea di tutti i mali. Coprono una piccola parte del fabbisogno italiano. Con un debito pubblico di oltre 2mila miliardi, la durata media dei titoli che lo compongono che ammonta a 6,96 anni, e con il deficit corrente, l’Italia ha bisogno di piazzare sul mercato centinaia di miliardi ogni anno. Ad Aprile 2020 i BTP Italia facevano il 3% del debito pubblico italiano circolante.
L’emissione di BTP Italia in compenso, fa parte di una strategia più ampia per far fronte all’ improvviso aumento della necessità di indebitarsi che prevede:
Incremento delle quantità offerte in asta;
- Incremento delle quote dei collocamenti supplementari riservati agli Specialisti;
- Maggiore ricorso alla modalità di collocamento tramite sindacato per il lancio di nuovi benchmark;
- Introduzione di una facility riservata agli Specialisti in Titoli di Stato;
- Un nuovo strumento di tipo nominale non indicizzato che deve ancora fare la sua comparsa.
Ne è valsa la pena?
I BTP Italia di Maggio 2020, con una durata di 5 anni, hanno offerto una cedola garantita dell’1,4%, l’indicizzazione al tasso di inflazione nazionale ma con un floor in caso di inflazione negativa, il rimborso semestrale della rivalutazione del capitale e un premio finale dello 0,8%.
Il collocamento è avvenuto proprio mentre la Germania piazzava a rendimento negativo il suo titolo decennale, e mentre il Regno Unito piazzava leggermente negativi, titoli triennali. Ed è avvenuto mentre l’Italia riesce a piazzare titoli con scadenza anche più lunga, a tassi inferiori.
Non è stato lo spirito patriottico a smuovere gli italiani, ma l’offerta allettante. Alcuni italiani riceveranno super rendimenti. Saranno però i cittadini italiani a pagare con le tasse i super rendimenti dei BTP Italia. E saranno gli altri investimenti italiani quelli “spiazzati” dalla concorrenza dei super rendimenti dei BTP Italia.
Per una parte della letteratura economica il debito interno è più sostenibile per un paese, ma pensare che l’Italia possa indebitarsi senza problemi con gli italiani stessi è come pensare che un essere umano si possa sfamare mangiando il suo stesso corpo.