Il 30 e 31 maggio 2024 a Zangilan e Baku, in Azerbaijan, si è tenuta la 3° Conferenza internazionale sulla mitigazione degli effetti sull’ambiente delle mine anti-uomo – “Mitigating environmental impact of landmines: resource mobilization for safe and green future” – in accordo con i principi di riduzione del tragico impatto delle stesse sulla vita della popolazione civile e sull’ambientale.
Lo sminamento sui territori azeri rappresenta da sempre un problema di vasta portata per la popolazione, massacrata, in particolare, dalla continua pressione degli Armeni che ha determinato, in più occasioni, guerre feroci e rappresaglie interne. Già più di 25 anni fa infatti, inizia il tentativo del leader di allora, Heydar Aliyev, che istituì l’Agenzia Nazionale per l’Azione contro le Mine dell’Azerbaigian – ANAMA.
Attualmente, l’ANAMA è la principale agenzia che conduce lo sminamento umanitario nel Paese che, nonostante sia finanziata principalmente con risorse nazionali, ad oggi è sostenuta anche da altri paesi ed organizzazioni internazionali.
Nel maggio 2023, Ilham Aliyev, nel discorso fatto ai partecipanti del Convegno Internazionale “Mine Action – The Path to Reaching Sustainable Development Goals” (Azione contro le mine – Il percorso per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), sottolineava gli enormi sforzi fatti dal governo per arginare questo fenomeno che continuava (e continua) a destare preoccupazione.
L’Azerbaijan risultava (e risulta tutt’oggi) il Paese con il maggior numero di ordigni e mine anti-uomo inesplose, con evidenti pesanti conseguenze per la popolazione civile oltre che per l’ambiente e l’andamento climatico.
Nonostante infatti la cessazione delle ostilità con l’Armenia, che ha determinato l’espulsione di circa 1 milione di azeri dalle proprie terre, aggravata da episodi di pulizia etnica oltre che dalla distruzione di villaggi, città, storia e cultura, la popolazione in Azerbaijan ha continuato a morire proprio a causa della enorme quantità di mine posizionate ovunque: non soltanto nei territori di guerriglia e confine ma anche nei presidi civili, provocando grandi difficoltà nella ricostruzione post bellica e nel potersi riappropriare dei propri territori.
Ad oggi dunque problematiche persistenti, che vanno ad aggravare anche il pericolo costante della popolazione sottoposta a potenziale contaminazione e rischio ambientale. Sempre nel suo discorso del maggio 2023, Ilham Aliyev propose di stabilire lo sminamento umanitario come 18° Obiettivo Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, che coinvolge anche il Movimento dei Paesi Non Allineati, di cui l’Azerbaijan detiene la presidenza, per formare un “Gruppo di Paesi colpiti dalle mine che la pensano allo stesso modo”, al fine di mobilitare gli Stati membri ad un’azione efficace e duratura non solo in Azerbaijan.
La Dichiarazione della 3° conferenza internazionale su “Mitigating Environmental Impact of Landmines: Resource Mobilization for Safe and Green Future rappresenta dunque una conferma dell’impegno determinato e costante dell’Azerbaijan nella risoluzione di questa problematica di cui si fa portavoce ormai da anni e fa seguito a tutta una serie di precedenti da parte delle Nazioni Unite che sottolineano l’importanza di validare gli sforzi dell’Azerbaijan nei confronti dello sminamento come impegno comune di tutti gli Stati membri per un rafforzamento di una generale generale politica di pace, per attuare misure di prevenzione e sostegno alle popolazioni colpite dal problema, oltre che nell’inserire lo sminamento come uno dei pilastri (il 18imo) per la lotta contro il cambiamento climatico e l’impatto ambientale.
I punti rafforzativi della Conferenza vedono nell’inserimento dello sminamento nel processo dell’Agenda 2030 e nella firma della dichiarazione di intenti tra la Repubblica dell’Azerbaigian e il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) per istituire un Centro di Eccellenza per l’Addestramento all’Azione contro le Mine. L’Azerbaigian inoltre presiederà la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2024 (UNFCCC COP 29).