Automotive europeo: immatricolazioni al -2,4% rispetto a scorso anno, 1,8 mld incentivi in Italia fino al 2030 e l’ascesa dell’elettrico

A gennaio 2022 tra UE, EFTA e Regno Unito risultano immatricolate solamente 822.423 autovetture, un calo del -32,9% rispetto al gennaio 2019, anno di riferimento pre-pandemia. A stimarlo è il Centro Studi Promotor, che afferma laconicamente come tutti e 30 i settori automotive nazionali presi in esame non si siano risollevati tra 2020 e 2021, ad eccezione di Islanda e Cipro (+4,4% e +8,8% rispettivamente), e che le cause siano da ricercare essenzialmente nella pandemia COVID (calo di immatricolazioni), così come nella spirale inflattiva che coinvolge attualmente carburanti ed energia (uso più costoso del mezzo), ma anche la scarsa fornitura di microchip per le elettroniche (calo produttivo).

La crisi dell’automotive sembra quindi accompagnare la singola autovettura dalla catena di montaggio fino alle scelte d’uso del guidatore.

Unico dato apparentemente positivo è l’aumento relativo delle quote di mercato quasi raddoppiate (+18% vs 2021, +10% 2019-2020) di auto elettriche; positivo solo in parte in quanto sono vetture costose e con poca autonomia, incapaci di risollevare un mercato.

Considerate Francia e Germania che segnano -30,7% e -28,5%, il calo delle immatricolazioni maggiore si è avuto in Spagna (-54,7% versus il 2019), che veste la maglia nera al posto dell’Italia (-34,8%), secondo il Centro, unicamente per le misure d’incentivazione su transizione elettrica e acquisto di autovetture tradizionali varate tra 2020 e 2021. Misure comunque tampone che non risolvevano l’assenza di un meccanismo di incentivazione nazionale organico: il PNRR tocca solo marginalmente l’automobilistico ed il contratto di sviluppo ha coinvolto il settore solo in 2 accordi su 30. Mancanze gravi in un Paese in cui il comparto auto vale da solo il 12% del PIL.

Segnali dal Governo sono comunque arrivati negli ultimi giorni: dopo un’iniziale riunione interministeriale il 9 febbraio, il CdM tenutosi nel giorno 18 ha deciso di includere nel maxi-decreto per sostenere gli aumenti delle bollette un “Fondo unico pluriennale per l’automotive” con i seguenti scopi: fronteggiare la crisi dei semi-conduttori, favorire i produttori nella transizione energetica verso le alimentazioni elettriche e incentivare i cittadini ad acquistare veicoli di ultima generazione. Il Governo ha varato uno stanziamento di 800 mln € già dal 2022, ed 1 mld € fino al 2030. Si attendono i decreti attuativi per le politiche d’implementazione.

Dal lato dei grandi produttori, tutti gli occidentali segnano cali delle immatricolazioni verso il 2021 (WV -3,7%, Daimler -11,4%, Stellantis -12,4%), eccezion fatta per i marchi Audi, Porsche e DS, brand executive la cui clientela verosimilmente non risente degli scenari globali nelle sue scelte d’acquisto. Huynday segna +20mila immatricolazioni e Toyota segna +13,5% nell’ultimo mese, riporta il Sole 24 Ore.

L’Acea (associazione dei produttori automotive europei) prevede comunque immatricolazioni nel 2022 a +7,9% vs 2021 (+10,5 mln auto), scenario comunque non in linea col 2019.

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