“Attraverso Napoli”: dialogando con Luigi de Magistris

Non è facile, attraverso parole scritte, riportare tutto il bagaglio emotivo che può lasciare una presentazione del genere; il compito dell’articolista, però, è quello di provarci, scovando modi alternativi di rendere esperienze vissute grazie al mezzo scrittorio, utilizzando al meglio la suggestione della pagina per descrivere ciò che l’occhio non vede e l’orecchio non sente.

L’evento svoltosi al Salone Internazionale del libro di Torino, in una sala calda e abbastanza gremita, riguardava la presentazione del nuovo libro dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, intitolato “Attraverso Napoli – 10 anni di passione”, edito dalla casa editrice di Scampia, Marotta&Cafiero. 

Prima di parlare della figura, carismatica e trascinante, del sindaco e autore dell’opera, occorre fare una breve panoramica sulla casa editrice; non sempre, quando viene recensito un libro, si spendono alcune parole  su chi l’ha pubblicato. Viene quindi naturale non stupirsi se, durante la lettura di una delle suddette recensioni, la casa editrice viene solo accennata in apertura, quasi come fosse un dettaglio di poco conto.

Per quanto sia degna di una giusta presentazione, Marotta&Cafiero è un caso talmente eccezionale che nominarla solamente, pur con tutti gli onori, non basterebbe.

Per chi non la conoscesse, Marotta&Cafiero nasce nel 1959 a Posillipo, vantando tra i collaboratori Salvatore Quasimodo e il premio Nobel Domenico Rea, tra gli autori del catalogo.

Trascorre, quindi, vari decenni nell’élite delle case editrici più prestigiose della realtà napoletana, per poi essere regalata nel 2010 a Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo, che la trasferiscono a Scampia. È con questi due giovani, appena diciannovenni, che essa prende una direzione diversa: audace, rischiosa, controcorrente. Ma dai risultati efficaci e sensazionali.

Gli impegni e i progetti organizzati dalla casa editrice di Rosario e Maddalena sono innumerevoli, tutti guidati da un unico obbiettivo: il riscatto sociale.

In un quartiere in cui l’omicidio, la criminalità organizzata, la disoccupazione e il degrado sociale sono (affezionati) protagonisti, un progetto del genere poteva sembrare destinato al fallimento e proprio questo avvertimento fu fatto ai due giovani, come racconta Rosario. 

Oggi, la Marotta&Cafiero vanta nel suo catalogo Pennac, Che Guevara, La Capria; sarà noto ai più il caso di Stephen King, autore da 500 milioni di copie, che per il saggio “Guns. Contro le armi” ha scelto, tra tutte, proprio questa casa editrice. La storia della pubblicazione me la racconta orgogliosamente Vincenzo, giovane collaboratore presente allo stand, che rimarca quanto l’autore americano sia rimasto affascinato dalla storia di Scampia e dal lavoro di Rosario (un parallelismo importante è proprio quello tra il tema del saggio, ovvero gli attentati nelle scuole americane e la perdita del cugino disabile di Rosario, vittima innocente di una sparatoria a Napoli).

L’orgoglio di Vincenzo è lo stesso che ritrovo in Rosario durante la presentazione; un sentimento di soddisfazione scevro da sentimentalismo, retorica o presunzione, bensì razionale, consapevole, trasparente e puro. È la stessa luce che si legge negli occhi di Luca, giovanissimo collaboratore che segue la casa editrice nelle varie fiere, regalando tempo agli interessati per spiegare la storia della loro terra; insomma, qualcosa che può trasmettere solo chi la conosce bene.

Come sottolineato all’inizio, gli impegni della casa editrice sul piano sociale sono innumerevoli ed esemplari e in pochi anni hanno portato una grande quantità di giovani ad interessarsi alla cultura, rimanendo sempre fedeli al territorio, in linea con la storia di Napoli e coerenti con la realtà sociale in cui erano inseriti. “Siamo spacciatori di libri — si legge sul loro sito — stampiamo letteratura stupefacente, narrativa civile, storie dei Sud del mondo”.

Marotta&Cafiero, inoltre, non si è mai piegata alle estorsioni della criminalità organizzata, rifiutandosi sempre di pagare il pizzo; oltre ad aver costruito una solida rete, si è nel tempo estesa su vari fronti, creando La Scugnizzeria, libreria di quartiere e luogo di incontro per molti giovani, partecipando a molteplici iniziative culturali, collaborando con varie associazioni sempre nell’ottica del riscatto del territorio.

Il caso di questa impresa indipendente è quasi unico e decisamente singolare; per quanto la voglia di cambiare le cose sia condivisa da molti, trovare qualcuno che decida di rischiare non è altrettanto semplice. L’amore per il territorio è profondo e radicato, l’impegno sociale forte, le battaglie sentite. Una di queste, per esempio, riguarda il caso di Mario Paciolla, giornalista e attivista assassinato in Colombia nel 2020, oggi ritratto sulle magliette di tutti i collaboratori della casa editrice; come dicevo, un conto è sostenere una battaglia. 

Tutt’altra storia è lottare per questa.

La propensione sana e indomita alla lotta – ovviamente lontana da qualsiasi accezione violenta – è ciò che accomuna i membri della casa editrice con Luigi De Magistris, ex magistrato e sindaco di Napoli per oltre dieci anni (la carica più longeva dal 1806). 

Il carattere puramente pubblicitario dell’opera qui viene meno: si parla del libro, certo, ma in modo trasversale, quasi senza nominarlo, soffermandosi sulle vicende più note dei dieci anni di amministrazione di De Magistris, accostate ad aneddoti personali divertenti e commoventi allo stesso tempo.

Fin dalle prime risposte alla giornalista di Repubblica, l’autore ci tiene a precisare quanto questo non voglia essere un libro retorico bensì una raccolta di storie, di vita vissuta, correlate da 85 splendide fotografie. È il libro “di una città che si riscatta”, da un periodo di depressione, di crisi economica e morale, e si riscatta proprio grazie a quella cultura e partecipazione tanto stimolate dal sindaco.

De Magistris elenca egregiamente i suoi successi senza scadere neanche un attimo nell’autocelebrazione, tenendo alto il valore della comunità ancor prima di una qualsiasi ricerca di gloria personale; la decisione di risolvere al più presto il problema dell’eccessiva spazzatura, la liberalizzazione degli artisti di strada e il rifiuto della mercificazione della cultura napoletana: tutto ciò è stato fatto grazie alla sua amministrazione ma nei discorsi dell’ex magistrato la protagonista è sempre la sua amata comunità. Non stupisce, dunque, il fatto che sia rimasto in carica così a lungo, e con l’appoggio di tutti i partiti.

Lo spessore umano di un uomo non si misura, a mio parere, dalla lunga elencazione dei suoi successi; De Magistris ricorda con leggerezza – ma senza alcuna superficialità – le svariate denunce ricevute durante i suoi mandati, da parte del Tribunale per famiglie, del Ministro dell’interno e di vari altri organi; non se ne evince un senso di vittoria individualista bensì l’orgoglio di aver lottato dalla parte giusta, rispettando la legge, per combattere battaglie sociali altrimenti destinate a morire nel silenzio delle istituzioni.

De Magistris afferma: «Io sono un uomo ubbidiente, ho giurato sulla Costituzione che è il principale documento giuridico italiano, nato dalla Resistenza al nazifascismo; se vogliamo darle peso, chiunque si trovi di fronte a delle scelte deve avere il coraggio di farle. Dobbiamo avere il coraggio di interpretare la legge in maniera costituzionalmente orientata e quando dicono che non si può fare bisogna spiegare alla gente perchénon si può fare. Non è che non si può fare per pigrizia, o per reiterare sempre lo stesso file. E infatti ce l’abbiamo fatta e la scuola è rimasta aperta. Questi sono i casi che qualcuno chiama di disobbedienza napoletana; io sono un secchione, sono stato un profondo ubbidiente della Costituzione repubblicana».

Non infrangere la legge, dunque, ma spiegare come e per quale motivo questa eserciti, indagando le sue funzioni in rapporto alla società e ai problemi odierni.

Il dialogo con De Magistris è stato denso di aneddoti e di riflessioni illuminate, e non si può racchiudere l’apporto umano e concreto di questo personaggio in poche righe; per questo esiste il libro, un meraviglioso intreccio di storie e fotografie che rendono bene ciò che il sindaco ha raccontato in un’ora, dentro una sala troppo calda di una fiera letteraria troppo lunga da spiegare.

Leggete il libro. Scoprite la storia toccante di Davide Bifolco, il ragazzo ucciso dalla polizia nel Rione Traiano, ma soprattutto l’incontro del sindaco con i familiari del ragazzo. Le frasi che il padre di Davide, ladro pregiudicato, rivolge al sindaco sono una lezione di umanità: non perché questi fosse più illuminato del primo cittadino, o credesse di saperne di più. La lezione è per noi che ascoltiamo, e impariamo, che esistono diversi e differenti tipi di persone, anche all’interno di una città, di un rione, di una casa. Che l’estrazione sociale conta, perché può determinare il tuo futuro, ma che il percorso dei singoli può essere deviato, aggiustato e indirizzato, se la guida è giusta.

Luigi De Magistris, Rosario, Maddalena, Luca, Vincenzo. Vite diverse tenute insieme da quel filo ben resistente che è l’amore per il proprio territorio, la passione per il proprio mestiere, il desiderio di rendersi utili alla comunità per costruire qualcosa di duraturo.

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