Dopo 45 giorni d’attesa, è finalmente iniziata la XVIII legislatura dell’Assemblea Regionale Siciliana, Assemblea che ha eletto Presidente Gaetano Galvagno (FdI) il più giovane deputato di sempre a ricoprire questo ruolo.
Giornata, quella di ieri, abbastanza movimentata a Palazzo dei Normanni, iniziata con la “bomba” sganciata da Gianfranco Miccichè – dopo l’incontro con il Presidente della Regione Renato Schifani – dichiarando: “Non mi sento più di far parte di questa maggioranza. Non faccio parte dell’opposizione, mi sento libero di decidere volta per volta” – aggiungendo – “non mi hanno dato un assessorato, non mi hanno dato neanche le caramelle che si danno ai bambini, che devo dire? Non mi ritengo personalmente parte della maggioranza. Non ho più il senso d’appartenenza nei confronti di chi non mi ha voluto”.
Dopo la composizione dell’ufficio di presidenza composto dal Presidente provvisorio Giuseppe Laccoto (deputato più anziano) e dai segretari Calogero Leanza e l’ex iena Ismaele La Vardera (deputati più giovani, anche se la più giovane parlamentare è la grillina Martina Ardizzone che però nel momento in cui si è formato l’ufficio provvisorio di Presidenza, a causa di un tecnicismo, non era ancora formalmente deputato. In pratica, la commissione verifica poteri stava procedendo in quei minuti ad espletare tutte le formalità per convalidare l’elezione dell’esponente del M5S, subentrata nel collegio di Catania a Nuccio Di Paola che ha optato per il seggio di Caltanissetta) e il giuramento dei deputati si passa all’elezione del Presidente.
Nulla di fatto alla prima votazione – dove sarebbero serviti 46 voti ovvero i 2/3 dei componenti – con 34 votanti su 70 e il mancato raggiungimento del quorum.
Dopo una pausa di 15 minuti, inizia la seconda votazione, dove non è più richiesta la maggioranza dei 2/3 bensì la maggioranza assoluta dei componenti del Parlamento, 36 voti.
70 votanti su 70, nessun astenuto, 11 schede bianche, 43 voti per Gaetano Galvagno (classe ’85, alla seconda legislatura) eletto Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Qui si apre il giallo, come riporta il Giornale di Sicilia: “se Miccichè (che aveva annunciato di non appoggiare Galvagno nelle prime due votazioni) e anche gli altri tre deputati di Fi in «dissenso» non hanno votato per Galvagno facendo scendere la quota del centrodestra da 40 a 36, chi è stato a permettergli di essere eletto al secondo scrutinio?
Per il segretario del PD Anthony Barbagallo sul voto segreto c’è la firma di Cateno De Luca: tranne lui, grande oppositore di Schifani in campagna elettorale, i suoi sette parlamentari avrebbero votato per Galvagno. In cambio De Luca avrebbe ottenuto la promessa del centrodestra di votare uno dei suoi alla vice presidenza dell’Ars (il voto mercoledì prossimo), soffiandola così ai Dem o al M5S. Versione smentita dal coordinatore dei gruppi parlamentari Sicilia Vera e Sud chiama Nord, Danilo Lo Giudice: «Abbiamo votato scheda bianca e abbiamo probabilmente evitato che si creassero le condizioni per le classiche imboscate d’aula finalizzate a far alzare il prezzo in trattative alle quali noi abbiamo dichiarato anzitempo di non essere interessati». Ma a rivendicare la paternità delle 11 schede bianche verbalizzate durante il voto è il M5S: «Le bianche sono nostre», dice Nuccio Di Paola, deputato e referente del movimento.
Galvagno, pupillo del Presidente del Senato Ignazio La Russa, eletto con le stesse modalità, tramite l’appoggio dell’opposizione.
Che sia stato il gruppo di De Luca o una parte del M5s non è ovviamente dato sapersi. Il PD da questa disputa si tira fuori perché ogni deputato si è “autovotato” così da segnare le schede.
Si aprono scenari interessanti all’interno dell’Ars, già dalla settimana prossima quando verranno eletti i due vicepresidenti, i tre questori e i tre segretari capiremo sicuramente qualcosa in più circa gli accordi sulla presidenza.
Nel frattempo Renato Schifani in settimana completerà la giunta di Governo.
Gli assessori giureranno in Parlamento mercoledì prossimo durante la seconda seduta dell’Ars.