Anoressia nervosa: un’urgenza silente nel rumore dei social media

L’anoressia nervosa, un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da un’intensa paura di ingrassare e da un’estrema restrizione calorica, è una patologia che non conosce confini di età, genere o classe sociale. La sua presenza silenziosa e spesso sottovalutata rappresenta una minaccia concreta per la salute fisica e mentale di chi ne è affetto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i disturbi alimentari colpiscono milioni di persone in tutto il mondo, con un’incidenza particolarmente allarmante tra gli adolescenti e i giovani adulti.

Il silenzio della sofferenza 

L’anoressia nervosa si manifesta attraverso una rigida autoimposizione di norme dietetiche e un’ossessiva preoccupazione per il peso e la forma del corpo. Questo disturbo va oltre il semplice desiderio di mantenersi in forma: è una vera e propria trappola mentale che porta a un’auto-percezione distorta e a comportamenti alimentari estremi. Le conseguenze fisiche possono essere devastanti, includendo gravi squilibri elettrolitici, insufficienza cardiaca, osteoporosi e, nei casi più gravi, la morte.

Tuttavia, ciò che rende l’anoressia nervosa particolarmente insidiosa è la sua capacità di mimetizzarsi dietro una facciata di normalità. Le persone che ne soffrono spesso nascondono i loro sintomi, rendendo difficile una diagnosi precoce e un intervento tempestivo. Questo silenzio della sofferenza non fa che aggravare la situazione, ritardando l’accesso a cure adeguate.

Trigger Warning: un avvertimento necessario

Nell’era dei social media, dove immagini di corpi perfetti e vite apparentemente idilliache sono all’ordine del giorno, l’anoressia nervosa trova terreno fertile per proliferare. I cosiddetti trigger warning, altamente promossi e diffusi dalla Generazione Zeta, sono diventati uno strumento indispensabile per prevenire episodi di angoscia e per proteggere chi è vulnerabile ai contenuti potenzialmente scatenanti.

Un trigger warning è un avvertimento che segnala la presenza di contenuti che potrebbero scatenare ricordi traumatici o comportamenti dannosi; tra questi, i spesso malsani ma viralissimi what I eat in a day, i video nella quale i creator mostrano tutto ciò che mangiano nell’arco della giornata;  i contenuti che mostrano le calorie contenute in 100 g. di diversi prodotti (partendo dai biscotti e arrivando a frutta e verdura); e, infine, i video nella quale creator particolarmente in forma — spesso gymtoker —  mostrano i segni degli addominali e del loro daily workout
Nel contesto dell’anoressia nervosa, questi avvertimenti sono cruciali per evitare che immagini o discussioni su diete estreme, peso corporeo o ideali di bellezza irrealistici inneschino un ciclo di pensieri e comportamenti autodistruttivi.

Uno studio pubblicato sulla rivista PLOS One ha evidenziato come l’esposizione a immagini di corpi estremamente magri sui social media possa influenzare negativamente l’autostima e l’immagine corporea, specialmente tra le giovani donne. I trigger warning, sebbene non siano una soluzione definitiva, per alcuni rappresentano un passo importante verso la creazione di un ambiente digitale più sicuro e consapevole, nonché uno strumento per capire a pieno la nostra realtà odierna; una realtà che, nonostante le numerose campagne sulla cosiddetta “body positivity”, è ossessionata dalla magrezza come e quanto in passato, se non persino di più.

Prevenzione e Intervento: una sfida continua

La lotta contro l’anoressia nervosa richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga medici, psicologi, nutrizionisti e, non meno importante, la società nel suo complesso. La prevenzione inizia con l’educazione: è fondamentale promuovere una sana cultura dell’accettazione del corpo, del benessere a 360 gradi, interiore ed esteriore, lontana dagli stereotipi di bellezza imposti dai media e, al contempo, dall’ipocrisia delle belle parole che non portano a nessun frutto. 

Interventi precoci e mirati possono fare la differenza tra la vita e la morte. È essenziale che familiari e amici siano sensibilizzati sui segnali d’allarme dell’anoressia nervosa e che le istituzioni sanitarie offrano supporto e risorse adeguate per il trattamento di questo disturbo.

L’anoressia nervosa è una malattia complessa e devastante, ma non invincibile. Con una maggiore consapevolezza, un’educazione mirata e un intervento tempestivo, è possibile aiutare chi ne soffre a ritrovare una vita equilibrata e sana. I trigger warning, in questo contesto, non sono solo un avvertimento, ma un atto di responsabilità e di cura verso chi ogni giorno combatte una battaglia silenziosa e spesso invisibile; un grido di aiuto lanciato dalle generazioni più giovani che, nonostante i dettami di una società sempre più perfezionista, tentano di tutelarsi con tutte le forze. 

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