Rappresentare le opere di un artista nell’anniversario significativo della sua nascita o della sua morte è una prassi ampiamente condivisibile che rende onore all’artista stesso e che contribuisce a meglio diffondere la conoscenza della sua produzione e della sua vita.
Si è da poco concluso il 2024, centenario della scomparsa di Giacomo Puccini, e si puà affermare che la maggior parte dei teatri italiani hanno rappresentato le sue opere.
Una vicenda del recente passato merita invece di essere ricordata. Giuseppe Verdi e Richard Wagner, autentici mostri sacri del melodramma romantico, erano entrambi nati nel 1813, cosicché nel 2013 cadeva il secondo anniversario della nascita di entrambi. Era quindi giusto e doveroso rendere onore a entrambi. Ebbene, La Scala di Milano optò per inaugurare con il Lohengrin di Wagner la stagione 2012-2013 in occasione della tradizionale prima del 7 dicembre, salvo poi inserire in cartellone ben sei opere del Maestro di Busseto e altre due di Wagner nel corso del 2013.
Ma veniamo all’attualità. Quest’anno, 2025, ricorre il 150° anniversario della morte di Georges Bizet (1838-1875). Trattasi di un compositore francese la cui fama non è forse paragonabile a quella di Verdi, di Wagner o di Puccini; tuttavia non dobbiamo dimenticare che il principale capolavoro di Bizet, Carmen, è l’opera maggiormente rappresentata nei teatri lirici di tutto il mondo.
Ebbene, le opere di Georges Bizet brillano per la loro assenza nelle programmazioni del 2025 della maggior parte dei teatri italiani. Carmen è programmata solo all’Arena di Verona, al Carlo Felice di Genova e al Petruzzelli Bari, mentre è del tutto assente, quantomeno fino a tutto il mese di ottobre oltre il quale le programmazioni non sono pubblicate, dai teatri di Milano (La Scala), Bologna, Torino, Napoli, Venezia e Palermo.
Per non parlare di altre opere del compositore francese, alcune delle quali erroneamente ritenute minori come I Pescatori di Perle (che ad avviso di scrive e non solo è un notevole capolavoro) di cui non si rinviene alcuna traccia.
Bizet fu poco compreso dal pubblico dei suoi contemporanei, e ciò fino all’ultimo: l’insuccesso del suo capolavoro, Carmen, al Teatro dell’Opéra Comique di Parigi nel 1875 lo gettò in una grave depressione a seguito della quale morì poco dopo, probabilmente suicida, all’età di soli 37 anni.
Provoca quindi dispiacere, in chi apprezza la sua musica e ne compiange la vicenda umana, constatare che la maggior parte dei teatri italiani gli stia riservando in questo 2025 lo stesso ingiusto trattamento che ebbe a subire da parte del pubblico parigino.