“La progressiva riduzione delle nevicate in montagna è un fenomeno sempre più evidente, legato ai cambiamenti climatici e all’aumento delle temperature globali. Le conseguenze sono significative non solo per gli ecosistemi montani, ma anche per settori chiave come l’agricoltura e il turismo invernale. Il turismo legato alla neve genera miliardi di euro e offre lavoro a decine di migliaia di persone tra impianti sciistici, hotel, scuole di sci e ristorazione. Tuttavia, il calo dei giorni sciabili, soprattutto alle quote medio-basse, mette a rischio la sostenibilità economica di molte località, che sempre più spesso dipendono dalla neve artificiale. Quest’ultima, però, comporta un elevato consumo di acqua ed energia, con costi ambientali ed economici difficili da sostenere a lungo termine. Per far fronte a questa sfida, le destinazioni turistiche stanno sperimentando nuove strategie di adattamento: diversificazione delle attività outdoor, promozione del benessere e del turismo per famiglie, valorizzazione del patrimonio culturale e miglioramento delle infrastrutture e dei servizi. L’obiettivo è offrire un’esperienza più ampia e variegata, che non dipenda esclusivamente dall’innevamento. Più in generale, comprendere l’evoluzione del manto nevoso è essenziale per ripensare l’economia montana e la gestione delle risorse idriche, preparandosi a un futuro in cui la neve sarà sempre più rara e preziosa. Il cambiamento climatico è una sfida globale, ma con azioni concrete e condivise possiamo rafforzare la resilienza delle comunità montane e tutelare il loro straordinario patrimonio naturale e ambientale”.
Lo dichiara in una nota Carmela Tiso, portavoce nazionale di Accademia Iniziativa Comune.