Nel Lazio non ci sono le elezioni regionali, ma il 20 e 21 Settembre si svolgerà lo stesso un importante tornata elettorale amministrativa, nella quale moltissimi comuni dell’Area Metropolitana saranno chiamati al voto. Tra questi c’è Albano Laziale, e proprio di Albano oggi parliamo, attraverso la voce di Andrea Titti, candidato nella lista civica Viviamo Albano, a sostegno di Massimiliano Borelli come candidato Sindaco.
Con Andrea, fondatore di Meta Magazine, apprezzata testata giornalistica web dei Castelli, il Consiglio Comunale di Albano potrebbe conseguire un primato. Se eletto, infatti, Titti sarebbe il primo Consigliere non vedente nella storia dell’antica Albalonga. Tra i temi affrontati dalla sua campagna elettorale però, non c’è solo l’attenzione alle tematiche inerenti le disabilità, ma anche il lavoro, specialmente rivolto ai giovani, e lo sport. E proprio sulle sue proposte in tema di sport che oggi lo interroghiamo.
Come nasce la tua attenzione per lo sport?
Sono un formidabile lanciatore di coriandoli e sollevatore di piume. Battute a parte, prima di tutto sono un appassionato di cultura sportiva, oltre che di tantissime discipline. In più, nella mia esperienza professionale come operatore di comunicazione, ho potuto toccare con mano ed approfondire il mondo dello sport di base. La miriade di società sportive che ogni giorno con passione, sacrificio e professionalità, sul territorio, fanno sport, ma soprattutto svolgono un fondamentale ruolo sociale ed educativo all’interno delle comunità locali.
Cosa proponi in concreto quindi?
Nel Giugno 2014 presentai in una Sala Nobile di Palazzo Savelli gremita, il progetto “Sportivi per Cultura”, una serie di proposte concrete, uscite dopo un lungo confronto con dirigenti sportivi, famiglie e praticanti, che ribaltano il concetto che vede lo sport come una tematica di serie b, facendone un modello di sviluppo, economico, ecologico e sociale.
E dal 2014 ad oggi cosa si è avverato di quel progetto?
Quasi nulla, il quasi è un eufemismo.
Perché?
Perché per portare avanti un progetto come quello, che richiede non solo competenze specifiche, ma soprattutto tanta passione e determinazione, occorrono le persone che lo hanno pensato e ci credono davvero, non altri che lo vedono solo come un esercizio filosofico. Insomma bisogna passare dai convegni ai fatti, dalle idee alle azioni.
Cosa contiene nello specifico il progetto?
Si parte dalla necessaria riforma della Polisportiva Comunale, che non può più essere solo un riferimento istituzionale per le società e le associazioni sportive, ma deve svolgere una funzione più attiva, come erogatore di servizi a cui ogni società da sola difficilmente potrebbe accedervi. Penso ad un ufficio stampa centralizzato, che dia visibilità alle attività delle società associate alla Polisportiva ad esempio. Con la visibilità sui media, social inclusi, costruita in modo professionale, si attirano nuovi iscritti e nuovi sponsor, risorse indispensabili per la sopravvivenza delle società stesse.
Poi?
Poi ci sono gli impianti e le strutture, il cui utilizzo va reso più efficiente ed equo per tutti. Albano sta già lavorando a nuovi impianti, ma nel frattempo è necessario efficentare e valorizzare al massimo l’esistente. Io propongo la stipula di un protocollo di comunicazione tra Comune, Polisportiva, scuole e società, perché molti degli impianti coincidono con le palestre scolastiche ed è necessario un continuo coordinamento tra tutti gli attori, che a volte manca.
Per costruire impianti nuovi ed efficentare l’esistente servono soldi che spesso nelle casse comunali mancano però?
Adottiamo il modello dei grandi stadi europei che vedono investitori privati intervenire, avendone in cambio pubblicità. Sul nostro territorio ci sono imprese importanti, che avrebbero i margini per partecipare alla ristrutturazione di una pista di atletica, piuttosto che di un campo da calcetto o di un parco pubblico che contenga un campo da mini basket. Bisogna avere una visione complessiva degli impianti sportivi in città, e su questo costruire un piano economico da proporre ai privati.
Stai parlando solo di economia: dove sono l’ecologia, il sociale e la cultura?
Vorrei istituire la Palestra Sociale, dando in gestione alle società i parchi e le ville comunali, nei mesi estivi, in modo tale che quei luoghi diventino momenti di socialità, pratica sportiva, divertimento e partecipazione, per tutti, giovani, anziani e famiglie. Un parco vissuto è un parco più sicuro e più curato. Vorrei che il Comune organizzasse eventi sportivi tutto l’anno, fuori dalle stagioni agonistiche. Penso a tornei di beneficenza, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, che abbiano come filo conduttore la diffusione dei valori dello sport.
Tu parli dei Giochi dei Castelli Romani: cosa sono?
Tra questi eventi mi impegnerò affinché il Comune di Albano sia capofila nell’organizzazione dei Giochi dei Castelli Romani. Una competizione agonistica sul modello dei Giochi della Gioventù. Spesso ce ne dimentichiamo ma con lo sport e gli eventi come questi, si crea turismo e si aumenta il giro di affari per tutti gli operatori economici del territorio.
Ma nel 2014 non c’era il Covid: Sportivi per Cultura è ancora attuale durante una pandemia?
Direi che è ancora più urgente. Non pare interessare a nessuno, ma lo sport di base è uno dei settori più danneggiati dal Covid. Molte società saranno costrette a chiudere i battenti, e una prospettiva come quella che propongo, avente l’obiettivo di dare ossigeno alle società, soprattutto in termini economici, è l’unica via per salvare lo sport dilettantistico. In più c’è il fattore sanità.
Ossia?
La visita sportiva è rimasta uno degli ultimi presidi di prevenzione sanitaria di massa. Meno praticanti, meno prevenzione sanitaria. Anche qui, immagino una sinergia tra ASL, Comune e società sportive, per sfruttare i momenti agonistici per fare screening sanitari, diffondere informazione sanitaria e formare persone alle manovre di primo soccorso. Su questo la Polisportiva di Albano è già molto impegnata, con tutti gli impianti resi cardioprotetti. Io mi impegnerei a proseguire in questa direzione, con ancor più determinazione, vista la rilevanza che la tutela della salute ha.