Da qualche giorno non si parla d’altro, l’Assemblea Regionale Siciliana – con voto segreto, chiesto e ottenuto da Gianfranco Micciché – ha respinto l’emendamento, presentato dal gruppo parlamentare “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca con 29 voti contrari e 24 favorevoli, che prevedeva l’abrogazione della norma della legge che nel 2014 aveva introdotto “l’automatismo della rivalutazione delle indennità al costo della vita”, confermando la norma sugli adeguamenti Istat delle indennità per i 70 parlamentari siciliani.
L’adeguamento prevede un aumento di 890 euro lordi in più in busta paga che, sommati agli 11.100 euro mensili di indennità, consentiranno agli onorevoli di percepire circa 12.000 euro lordi mensili.
Inutile dire che, per ovvie ragioni, le polemiche sono fioccate.
Sin da subito il popolo siciliano – ma in generale l’opinione pubblica – s’è mostrato indignato per questo vergognoso aumento.
Uno striscione esposto dai precettori del “Reddito di Cittadinanza”, durante la protesta svolta giovedì scorso davanti la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, recitava: “I veri parassiti sono in Parlamento”.
Da qui si comprende come il clima non sia proprio del tutto disteso, considerando – come anche mostrato da Massimo Giletti a “Non è l’Arena” – che tanta gente non riesce ad arrivare a fine mese con quei 900 euro mensili o, ancora peggio, neppure arriva guadagnarli e nonostante ciò devono ascoltare le lamentale di Miccichè che, a detta sua, con 11.100 euro lordi arriva a stento alla fine del mese.
Follia. Follia pura.
Nessuno mette assolutamente in dubbio che i Deputati Regionali abbiano delle spese maggiori rispetto ad altre categorie di lavoratori, dalle sedi alle spese per le varie trasferte, ma quelle parole sono uno schiaffo in faccia a tutti coloro che con enorme difficoltà arrivano, se arrivano, alla fine del mese molto spesso con una famiglia a carico.
Tanti Deputati, con spirito di coscienza, hanno deciso di rinunciare all’adeguamento ISTAT, decidendo di devolverlo in beneficienza.
Così il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle e i Deputati del Partito Democratico Nello Di Pasquale, Fabio Venezia, Tiziano Spada, Valentina Chinnici e Calogero Leanza a cui, sono sicuro, ne seguiranno tanti altri.
La rinuncia, però, è fine a se stessa.
Le soluzioni, per evitare di percepire l’adeguamento, sono due: o – appunto – si devolve in beneficienza oppure si abroga la norma.
Ecco, credo che la seconda – nonostante il carattere assolutamente nobile della prima – sia la strada corretta da seguire.
Abrogare questa vergognosa norma a scrutinio palese nominale.
Nascondersi dietro al voto segreto è sintomo di pavidità e cinismo, e sinceramente la Sicilia non ha bisogno di Deputati pavidi e cinici bensì onesti e coscienti.
Distinguiamoci, almeno per una volta.