Si è spenta ieri sera Catherine Spaak, dopo una vita burrascosa, all’età di 77 anni. A darne il triste annuncio è stata la famiglia: “L’attrice di tanti meravigliosi film, la brillante conduttrice, la scrittrice, soprattutto la donna che ha vissuto sino all’ultimo con eleganza e carattere, ci ha lasciato stasera a Roma. Ci mancherà tantissimo.”
Il suo sorriso folgorante, che illuminava tutta Roma al suo passaggio e che alleggeriva il peso della negatività del mondo, è stato spezzato via da un’emorragia cerebrale e da una crisi epilettica, di cui aveva parlato tempo fa nel programma televisivo Storie italiane: “Sono venuta per dire che se siamo malati non dobbiamo vergognarci. Sono ancora qua con il sorriso, con la capacità di ragionare e di parlare, ma anche di ribellarmi. Non ho perso la mia grinta e il coraggio. Non camminavo e non vedevo. Non ricordo niente di questa crisi e trovo che sia bellissimo. Ci si cura, si guarisce e si torna a fare la stessa vita di prima.”
Figlia dello sceneggiatore Charles Spaak e nipote del primo ministro del Belgio, la personalità di una star così sexy ed inquieta è poliedrica, capace di dialogare con i caratteri sociali e culturali di più epoche ed è l’exemplum della nozione di stardom dello spettacolo italiano contemporaneo.
Attrice cinematografica e teatrale, giornalista, conduttrice e autrice televisiva, scrittrice e cantante francese naturalizzata italiana, debutta nel 1960 nel film I dolci inganni di Alberto Lattuada, in cui incarna il risveglio inquieto della giovane Francesca e, dunque, la figura dell’adolescente turbata, ansiosa di conoscere il sesso: ragazza spregiudicata, maliziosa, lolita, che si confronta con coetanei e uomini maturi, dalla commedia all’italiana al cinema d’autore, ai filoni e micro generi.
Dopo I dolci inganni, si ricordano Diciottenni al sole (Mastrocinque, 1962) che punta sul tema del refrain, La voglia matta (Salce, 1962) in cui interpreta il personaggio della ninfetta maliziosa, Il sorpasso (Dino Risi, 1962) con l’esplorazione della sessualità e dei cambiamenti nella società degli anni Sessanta, l’episodio Le donne in L’amore difficile (Sollima, 1962), La noia (Damiani, 1963), La parmigiana (Pietrangeli, 1963), La calda vita (Vancini, 1964), Made in Italy (Loy, 1965). Il motivo ricorrente della perdita della verginità incarnato dal suo corpo – veicolo di istanze contraddittorie, ribellioni interiori ed esteriori -, svestito o in costume da bagno, adagiato sulla spiaggia, alle prese con uomini in bilico tra desiderio e perbenismo, si lega a un’altra figura femminile dominante, cioè a Stefania Sandrelli nel film di Pietrangeli del 1965 Io la conoscevo bene. La Spaak appare com’è sullo schermo: libera, spregiudicata, in fuga da una famiglia troppo oppressiva. I sentimenti archetipici quali la fuga, il desiderio, la provocazione, mettono in crisi equilibri e sicurezze piccolo- borghesi. La stessa Spaak spiega: “Non erano personaggi che i registi mi cucivano addosso: ero semplicemente me stessa. Voglio dire che non c’era niente di costruito sul personaggio e se io ottenni un grande successo fu semplicemente perché ebbi la fortuna di impersonare un nuovo modello di femminilità che si stava naturalmente imponendo in tutto il mondo.”
Nel 1962 l’attrice inizia anche la sua carriera di cantante e collabora con artisti come Mogol, Gaber, Morandi: l’hit più famosa è Quelli della mia età, cover di Tous les garçons et les filles di Françoise Hardy.
Si dedica all’attività giornalistica, di commentatrice, di scrittrice, conducendo le prime tre edizioni di Forum e trasmettendo su Rai Tre – nata nel 1979 come la rete più culturale del servizio pubblico -, il programma Harem: in tale talk show, la cui variante è intitolata Pascià, un ospite maschile è messo sotto processo televisivo da una giuria femminile. Gli argomenti affrontati sono: la sfera sentimentale, il sesso, il lavoro delle donne, le storie private e quelle pubbliche, gli argomenti di attualità, la maternità, il rapporto con gli uomini.
Recentemente, ha partecipato a trasmissioni televisive come Ballando con le stelle, Un medico in famiglia 8, L’Isola del famosi, in cui abbandona l’isola alla prima puntata per motivi imprecisati, facendo parlare più del suo ritiro che della sua gara.
Come lei stessa amava descriversi:
“Sono una ribelle, libera, segreta. Sempre curiosa, pronta alla sperimentazione, ma allo stesso tempo candida: bambina ancora stupefatta dalle meraviglie del mondo e dai doni che elargisce.”
Con lei va via un grande pezzo della storia del cinema italiano.