C’è Renzi, l’uomo politico forte, ci sono le spie e c’è il luogo lontano da occhi indiscreti: manca solo una donna affascinante che sa sedurre e sparare e poi Ian Fleming potrebbe resuscitare e scritturare Report per la trama del prossimo 007.
La puntata andata in onda lunedì ha messo in luce un incontro segreto tra l’ex premier e Mancini, uno tra gli uomini più noti nell’Intelligence. La trasmissione si è riportata a narrare – non senza pompose insinuazioni; i social media, in seguito, hanno montato il processo.
È normale che un politico incontri uno 007 in un luogo di sosta autostradale? Sì, finché qualcuno non provi che, invece dei babbi, ordivano complotti governativi. Altrimenti Renzi, che pure non è un filantropo coi giornalisti, è innocente fino a prova contraria. Anni di grillismo non sono bastati a questo Paese per capire che la presunzione d’innocenza non l’ha voluta Berlusconi e non l’ha tolta Casaleggio, ma è ben fissata in Costituzione? O si vuole perseverare nel far dimettere gli indagati, nel lasciar fuoriuscire le notizie ragion per cui (com’è stato nel triste caso della dott.ssa Boda) l’indiziato tenta di suicidarsi?
Alla spy story manca, poi, personaggio, finora non menzionato: la professoressa. Ovvero, colei che casualmente era lì e, mentre un suo congiunto era in bagno per cause di forza maggiore, lei ha scorto l’ex premier in misteriosa compagnia e, dal pezzetto di finestrino aperto, l’ha registrato e origliato. Una coincidenza degna di Oscar, se solo non fossero già stati assegnati, lasciando peraltro a secco l’Italia.
E se Bond finiva la sua missione nei film con la vittoria dell’Inghilterra sui nemici, codesta storia, che è meno sanguinosa, grazie al Cielo, ma più chiacchierata, si chiude con una domanda:
“Dopo tutto, che male c’è a fermarsi all’autogrill per usare i servizi?”
Caro Domenico, amo il giornalismo d’inchiesta che, se fatto come si deve, è il sale della democrazia. Ma quello di Report è, più che giornalismo d’inchiesta, una macchina del fango che di puntata in puntata prende di mira qualcuno con una tesi precostituita. E anche questa volta non si è smentito.
Caro Antonio, in effetti quello che Report mette in luce è al limite tra la necessità d’informazione e la superfluità della notizia. Renzi, poi, risponde per le rime, come suo solito agire. Come ho scritto nella rubrica, non c’è nulla di male nel fatto che un ex Premier e un noto agente dell’Intelligence si incontrino. Dal canto mio, hanno potuto parlare anche di “babbi”, dolci che ingolosiscono Renzi. Finché qualcuno, con indagini ed eventualmente processi, non provi che i due hanno ordito trame sovversive o illecite secondo i dettami del codice penale, l’incontro può suscitare gossip, ma non deve montare colpevolezze. Essere garantisti, Antonio, è bello a dirsi, riempie la bocca di costituzionalismo; la difficoltà è dimostrarlo sul campo.