Se n’è andato Michael Collins, astronauta dell’Apollo 11

Si è spento a 91 anni a causa del cancro Michael Collins, astronauta membro della storica missione Apollo 11, che vide il primo sbarco sulla Luna. Figlio di un militare americano che prestava servizio presso l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, Collins nacque a Roma il 31 ottobre nel 1930. Laureatosi presso l’accademia militare degli Stati Uniti, divenne pilota di caccia ed in seguito entrò nel reparto sperimentale di volo. 

Inserito nel terzo gruppo di astronauti, volò nello spazio per ben due volte. La prima nella missione Gemini 10, dove insieme al comandante John Young effettuò un rendez-vous spaziale e fece due passeggiate nello spazio, la seconda, la più importante, nella missione Apollo 11.

Collins insieme a Neil Armstrong ed Edwin Buzz Aldrin, tutti e tre al loro secondo volo, partì dal Kennedy Space Center il16 luglio 1969 alle ore 13:32 a bordo del razzo Saturn V; tre giorni dopo l’equipaggio effettuò il primo, dei trenta che seguirono, passaggio dietro la Luna. Durante le trenta orbite effettuate, l’equipaggio ebbe modo di ispezionare il luogo dell’allunaggio, Mare Tranquillitatis, e di prepararsi alle fasi cruciali della missione. Collins rimase sul modulo di comando orbitante mentre Armstrong ed Aldrin passarono nel modulo Eagle per allunare. 

Michael Collins, il più schivo e taciturno dei tre, rimase in solitaria ad orbitare intorno alla Luna, con il sicuro rammarico di non poter vivere la forte emozione dello sbarco, ma con la certezza di poter essere l’unico a tornare sulla Terra. Nella sua autobiografia citò la sua permanenza sul modulo di comando come necessaria al pari del ruolo di Aldrin ed Armstrong.

Sempre nel suo libro raccontò che i 48 minuti di cono d’ombra con la Terra, in cui non poteva comunicare con la base di Houston, non li visse con angoscia e paura, bensì con “consapevolezza, aspettativa, soddisfazione, fiducia, quasi esultanza”.

Nell’ultimo giorno intorno alla Luna, una volta ricongiunto l’equipaggio gli astronauti parteciparono ad una trasmissione televisiva, ed emblematiche furono le parole di Collins:

“Il razzo Saturn V che ci ha messo in orbita è un macchinario incredibilmente complicato, ogni pezzo ha funzionato in modo impeccabile […] Abbiamo sempre avuto fiducia che questa apparecchiatura funzionasse correttamente. Tutto questo è possibile solo attraverso il sangue, il sudore e le lacrime di un numero di persone […] Tutto ciò che si vede sono noi tre, ma sotto la superficie ci sono migliaia e migliaia di altri, e a tutti questi, vorrei dire ‘Grazie mille’”.

Questo era Collins, uno straordinario pilota, sempre lucido e persona umile.

Il suo nome resterà indelebile nei libri di storia al pari di chi sulla Luna ha poggiato piede.

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