“Esprimo la soddisfazione del governo per la decisione della Francia di avviare le procedure giudiziarie, richieste da parte italiana, nei confronti dei responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta. La memoria di quegli atti barbarici è viva nella coscienza degli italiani. A nome mio e del governo, rinnovo la partecipazione al dolore dei familiari nel ricordo commosso del sacrificio delle vittime”. Con queste parole, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha commentato la storica decisione della Francia di procedere all’arresto di alcuni ex esponenti del terrorismo che si susseguì in Italia tra gli anni ’70 ed i primi anni ’80, i cosiddetti “anni di piombo”.
Periodo che ha segnato profondamente la vita dell’Italia, gli “anni di piombo” iniziano a Milano, il 12 Dicembre del 1969, con la strage di Piazza Fontana. Con 17 morti e decine feriti, quell’episodio sarà solo il primo di una lunga serie di atti terroristici perpetrati da gruppi estremisti con il fine di sovvertire l’ordine costituito attuando una vera e propria “strategia della tensione”. Gruppi organizzati come le “Brigate Rosse”, “Lotta Continua”, “Nuclei Armati Contro il Potere Territoriale” e “Nuclei Armati Rivoluzionari” si renderanno protagonisti di atti eclatanti come la strage di Piazza della Loggia (1974), la strage del treno Italicus (1974), il rapimento di Aldo Moro (1978) e la strage di Bologna (1980), la più sanguinosa di tutte.
Sebbene nel corso del tempo la magistratura italiana sia riuscita a dare nomi e volti a coloro che si resero partecipi di questi delitti, alcuni degli esponenti di movimenti riconducibili all’estrema sinistra di quegli anni erano riusciti a trovare asilo in Francia tramite la cosiddetta “Dottrina Mitterrand”, enunciata il 10 Dicembre del 1982. Contrariamente a quanto avvenuto in Italia, in cui si era riconosciuta una matrice esclusivamente penale e non politica per gli atti di terrorismo commessi, il governo socialista guidato da Mitterrand prese la decisione di non concedere l’estradizione a persone condannate o imputate che fossero ricercate per “atti di natura violenta ma d’ispirazione politica” contro qualunque Stato, purché gli autori rinunciassero a qualsiasi violenza di tale stampo. Di fatto, si garantiva diritto d’asilo a ricercati stranieri che in quel periodo si rifugiavano in Francia. Nel caso specifico dell’Italia, tale prassi venne giustificata da una presunta non conformità della legislazione italiana con gli standard europei, facendo riferimento in particolare all’uso della carcerazione preventiva e l’utilizzo di leggi speciali.
Dopo decenni di attesa e di dialogo tra Italia e Francia, finalmente in seno all’operazione “Ombre Rosse” le autorità Francesi hanno arrestato 7 latitanti italiani ed in 48 ore inizierà il processo di estradizione in Italia. La “Dottrina Mitterrand” è giunta alla sua conclusione. L’augurio è che tali arresti segnino l’inizio di un nuovo corso che assicuri giustizia e che, allo stesso tempo, porti finalmente luce sui troppi misteri e zone d’ombra che tutt’oggi sono un’eredità dolorosa degli “anni di piombo”.