L’industria musicale, il 15 marzo del 2015, ha conosciuto un lavoro destinato a divenire leggenda. In quel giorno, infatti, Kendrick Lamar ha pubblicato il suo terzo album in studio dal titolo To Pimp A Butterfly.
I primi due lavori, dell’artista nato a Compton, suonano come preludio a un progetto di ben altra portata. I tempi, dopo good kid, m.A.A.d city del 2012, sono maturi per la realizzazione di un prodotto dalle grandi prospettive. La risposta positiva ottenuta da Lamar, nei riguardi dei suoi precedenti dischi, testimonia il talento cristallino di un artista dalla grande attitudine. Alla luce di questa premessa: To Pimp A Butterfly è veramente un album iconico? Ha segnato la scena mondiale con il suo grande intento sociale?
Manifesto
Come affermato nell’intervista per grammy.com, Kendrick Lamar dichiara che “ To Pimp A Butterfly è stato un processo durato due anni in cui ho sostanzialmente avuto una visione di ciò di cui voglio parlare e di come posso eseguirlo. Sapevo fin dall’inizio che dovevo trovare i migliori musicisti nel mio cortile di LA: Sounwave, Terrace Martin, Kamasi [Washington], Robert Glasper. Sapevo che dovevo stare in studio per un anno e semplicemente creare [e] non lasciare che nessun tipo di confine mi impedisse di fare quello che stavo facendo. E questo vale per i concetti, questo vale per il processo di scrittura, questo vale per il lancio di idee sul muro per vedere se si attaccano, e per parlare di cose su cui sento che le persone non hanno voci su cui parlare”.
Kendrick Lamar avverte la necessità di cimentarsi con un album dalla grande sostanza. Il viaggio in Sudafrica – antecedente al disco – consapevolizza il cantante sul da farsi: dare voce a quella parte della cultura americana, legittimandone la presenza attraverso la storia e la tradizione statunitense. Lo scopo, sicuramente arduo, non deve far pensare a un disco meramente “politico”. Su questo punto è necessaria attenzione: To Pimp A Butterfly è un manifesto culturale, dove vengono attualizzati tutta una serie di elementi riconducibili alla cultura afroamericana.
Il fine è quello di elevare questa parte, dell’anima statunitense, per affermare al mondo intero che gli USA non possono prescindere da una componente così importante.
Molti esponenti del mondo musicale hanno dato, invece, un’interpretazione molto più ristretta al lavoro di Lamar. Non solo, il brano The Blacker The Berry, inoltre, ha suscitato molti contrasti nella stessa comunità afroamericana. La traccia si riferisce, oltre ai temi portanti del disco, anche all’omicidio di Michael Brown del 9 agosto del 2014 avvenuto a Ferguson, Missouri. La vittima, un diciannovenne americano, è morta a causa di ripetuti colpi di pistola sparati da un agente di polizia. Il brano in questione risulta molto più accentuato rispetto agli altri; si percepisce una frustrazione, un nervosismo nel dover fare i conti con determinate dinamiche. Ciò che ha scatenato molte critiche è l’ultima barra del pezzo:
“When gang banging make me kill a nigga blacker than me?- Ipocrite!”.
Lamar prende una posizione decisa e non convenzionale. Dimostrando grande senso di responsabilità, l’artista sottolinea come per giungere a determinati risultati “culturali” sia necessario non avere crepe al proprio interno. Il passaggio non è semplice ma, se compreso, risulta essere la chiave di volta nella logica dell’intero lavoro.
Legacy
L’eredità di questo album è inequivocabile: 7 nomination ai Gremmy Awards del 2016, tra cui una vittoria per il miglior album rap e una nomination per miglior album dell’anno. Rolling Stone, nell’aggiornamento della sua classica relativa ai 500 migliori album di tutti i tempi, lo ha posizionato al numero 19.
Attestati di stima molto importanti per un lavoro che vive di luce propria; un faro che illumina la società ponendosi come un vero e proprio riferimento culturale.
TPAB si è spinto oltre, attualizzando molte soluzioni riconducibili alla cultura statunitense e adattandole in un contesto non di facile lettura. La scelta di combattere alcune problematiche radicate, purtroppo, in America (ma non solo) attraverso la cultura, la consapevolezza e la modernità ha giocato un ruolo decisivo nella riuscita di un lavoro destinato, inevitabilmente, a divenire leggendario.