Il teletrasporto esiste: meccanica quantistica ed entanglement

Historia magistra vitae.

Con queste tre semplici parole Cicerone scolpisce nella nostra coscienza un concetto di validità universale: il passato è quanto di più attendibile possediamo al fine di conoscere la direzione verso cui stiamo andando.

E forse non tutti lo sanno, ma gli scienziati sono i più accaniti lettori di Cicerone.

Ciò che la scienza ha ormai chiaro è che sono innumerevoli le volte in cui ciò che sembrava impossibile è diventato concreto, e che lì dove può arrivare la mente è molto probabile che arriverà anche la tecnologia.

In questa prospettiva parlare di teletrasporto può diventare molto meno fantascientifico di quanto sembri.

Si può viaggiare istantaneamente attraverso lo spazio?

La risposta è sì, e forse qualcuno strabuzzerà gli occhi scoprendo che in realtà, di teletrasporti, ne abbiamo già compiuti parecchi.

Per capire meglio la questione, dobbiamo indagare un misterioso fenomeno quantistico noto in letteratura con il nome di entanglement (letteralmente, “groviglio”).

Supponiamo di avere due particelle A e B all’interno di uno stesso laboratorio.

E’ possibile far interagire A e B al fine che lo stato quantistico dell’una diventi profondamente legato allo stato dell’altra creando tra esse un’unione intima.

Supponiamo ora di separare le due particelle e di posizionarle all’interno di due laboratori molto distanti tra di loro.

Arrivati a questo punto la fisica classica pone i propri limiti poiché, come tutti sappiamo dall’esperienza quotidiana e come conferma il cosiddetto principio di località, è impossibile che due oggetti possano influenzarsi istantaneamente non trovandosi nello stesso posto.

La fisica quantistica distrugge tale principio e tornando alle nostre aggrovigliate particelle si osserva che nel momento in cui si esegue una misurazione sullo stato effettivo di A, questa viene istantaneamente trasmessa a B, confermando che il legame tra le due è pressoché inscindibile.

Sfruttando l’entanglement quantistico si è riusciti a teletrasportare stati di informazioni (i qubit) a 44 chilometri di distanza con una precisione di circa il 90% e ad una velocità maggiore di quella della luce.

Questo fantascientifico risultato è stato conseguito dal gruppo di ricerca del Fermi National Accelerator Laboratory in collaborazione con il California Institute of Technology e apre le porte a nuovissime frontiere in campo del trasferimento di dati.

Cosa comportano risultati simili in termini pratici?

Entrare in un servizio di trasporto di informazioni quantistico implica accedere a sistemi molto più veloci (fino a cento trilioni di volte) delle reti normali ma soprattutto decisamente più sicuri (di fatto inviolabili), motivazioni che stanno spingendo moltissime aziende ad investire in questo nuovissimo campo di ricerca.

E’ chiaro che fino a questo momento ci siamo limitati al teletrasporto di sole informazioni e che le nostre attuali conoscenze non ci permettono ancora di spedire istantaneamente materia da una parte all’altra del pianeta. Altrettanto certo è però che, come Cicerone ci ricorda, tantissime altre volte abbiamo creduto di trovarci di fronte a limiti scientifici invalicabili, e così come aerei o reti internet parevano follie prima della loro effettiva comparsa, sarebbe limitante (e forse anche poco saggio) non immaginare un futuro prossimo in cui anche il teletrasporto possa diventare parte integrante delle nostre vite.

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