Al Senato si è scritta una pagina progressista per la politica italiana: la tecnologia ha raggiunto le aule della democrazia, o presunta tale, non solo i campi da calcio. La Casellati ha chiamato in causa il Var, perché il senatore Ciampolillo ha risposto tardi alla chiama. Alla fine, l’arbitro ha convalidato il rigore, che comunque non è servito granché a salvare la faccia al governo.
Negazionista della xylella, lo statista Ciampolillo verrà ricordato negli annali per un ritardo, nella straordinarietà dei tempi e tra le complessità della politica odierna. Un posto nella storia, da meteora, non da protagonista, ma meglio di niente. A mo’ di metafora del contesto politico attuale, Ciampolillo è inciampato, ma si è rialzato e secondo alcuni è stato decisivo. Così funziona oggi: zero stile, nessuna competenza largamente diffusa, mercimonio delle poltrone. Ciononostante si va avanti.
Qualcuno si aspettava una mossa alla Cincinnato che, dopo aver prestato la sua opera alla patria, si ritirò a vita modesta e agricola. Invece no; a Ciampolillo è stato domandato: “Un ruolo di governo?” ed egli ha risposto: “Perché no, l’agricoltura mi piacerebbe tanto”.
Vuole continuare la sua ascesa, l’umile Ciampolillo.