Verba manent: scuole di vita

Natale in zona rossa, deciso dal governo sulla scia degli altri Paesi europei ma anche, si spera, per ragioni sanitarie. Così tutti in casa, di nuovo, però con alcuni motivi di eccezione, che diventeranno il gancio a cui appendersi ogni qual volta si deciderà di evadere. In questa situazione, che rispecchia, o almeno dovrebbe, un tragico quadro pandemico, Conte pretende di riaprire le scuole dal 7 gennaio e portare oltre il 50% le lezioni svolte in presenza.

Guai, così, a dire che le scuole devono rimanere chiuse, perché chi lo afferma vuole il male del Paese! È scorretto pensarlo, figuriamoci dirlo. Eppure è la realtà.
Sapere che le aule sono piene di alunni che in sicurezza frequentano le scuole e le università sarebbe un lieto annuncio, però è utopia. I contagi, in gran parte, dipendono dagli spostamenti causati dal sistema scolastico, che mette in moto una grande quantità di gente, tra allievi, docenti, accompagnatori, personale e trasportatori pubblici. Senza menzionare i servizi di spostamento nazionali, che sono uno tra i primi veicoli di contagio. Ben vengano le scuole aperte, la cultura prodiga e la normalità nell’educazione delle nuove generazioni. Ma non è ancora tempo.

Le future classi dirigenti e operanti dell’Italia si costruiscono insegnando il valore più importante oggigiorno, cioè la responsabilità. Fate capire ai vostri figli che la mascherina va messa, che al Pincio non si fa a botte e che a una birra in piazza si può anche rinunciare, qualche volta. Se capiranno ciò, in tempi simili, state certi che la scuola si troverà gran parte del lavoro già fatto. E potrà riaprire senza fretta, in sicurezza.

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